Che Palermo abbia tanti di quei problemi da non potersi occupare dello stadio, è una realtà assodata. Ma il colpo basso che, all’indomani dell’esclusione dell’Italia dal Mondiale, giunge dal Corriere della Sera non deve essere facile da digerire per Orlando e la sua Amministrazione. Il ‘Renzo Barbera’, casa del Palermo, ha ospitato la gara da dentro o fuori con la Macedonia. Ecco come Fabrizio Rondone descrive l’impianto: “Tutti a spiegare la baracca del calcio italiano (inteso come sport, movimento, sistema, industria, business). Ma se vogliamo una sintesi plastica, tremenda e oggettiva, di quanto siamo inguaiati – scrive Rondone – è sufficiente restarcene a Palermo. Nel ricordo di giovedì notte. Con la turpe partita degli azzurri sul campo e poi anche e soprattutto con il colpo d’occhio su ciò che c’è fuori. Sulle tribune e nella pancia del Renzo Barbera, già gloriosa Favorita, luogo designato dalla Federcalcio per l’indimenticabile spareggio: uno stadio preistorico per gli standard europei – racconta il giornalista -, pietrificato ai Mondiali di Italia 90 (come, del resto, molti altri impianti). E quindi fatiscente. Con mura marce. Pozzanghere di melma giallastra. Balaustre rugginose. Gradoni insicuri. Fili elettrici penzolanti. Bagni infetti: un water per mezza tribuna, la porta scassata, lo sciacquone scassato, e donne e uomini avvolti nei tricolori dentro la stessa, mortificante fila. Che si congiunge a quella del bar, una specie di bar. Cannoli serviti a mani nude, l’incasso in nero, una cassetta colma di banconote, una tipa sfacciata: «Qui di scontrini non ne facciamo. Lo vuole o no, il caffè?»”.