Renato Schifani, primo responsabile del disastro sanità, si gira dall’altra parte, facendo finta che lui non c’entra nulla, che la colpa è certamente di qualche altro. L’assessore Giovanna Volo, prestanome di Schifani, se ne sta chiusa nella sua stanza in attesa che il presidente della Regione le sottoponga un decreto da firmare. E poi c’è la zarina dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni, palesemente incapace di governare l’azienda sanitaria più grande della Sicilia ma puntualmente riconfermata da uno Schifani che, come sanno ormai pure le pietre, vanta una specialità: lui solo sa come scegliere sempre i peggiori. Accanto alla Faraoni c’è una dirigente perpetuamente in lite con la matematica: si chiama Amalia Colajanni e presta servizio alle “Cure primarie”, quel particolare ufficio che dovrebbe garantire i pagamenti ai convenzionati esterni ma non trova mai la chiave per garantire una decente puntualità. Ambulatori e laboratori aspettano ancora gli arretrati per prestazioni fornite addirittura nel 2019 e pregano ogni mese perché la dottoressa Colajanni assicuri i pagamenti ordinari. I soldi però non arrivano mai. Né quelli straordinari né quelli ordinari. I dentisti, per dire, occupano gli uffici di via Cusmano e tutti i convenzionati bersagliano l’Asp con i decreti ingiuntivi. Ma Daniela Faraoni e la sua spalla, Amalia Colajanni appunto, se ne stanno sempre lì a traccheggiare con gli impenetrabili sistemi operativi e se ne fregano di tutto il resto, compresi i decreti ingiuntivi notificati dall’autorità giudiziaria.
Contro questo scandalo continuo è intervenuto l’altro ieri con una nota severa e incontestabile, Salvatore Iacolino, dirigente generale del Dipartimento regionale per la pianificazione strategica. Il numero due della sanità dopo l’inutile Volo. Non solo la Faraoni, ma tutti i manager delle nove Asp sono perentoriamente invitati a informare l’assessorato – entro e non oltre il 10 aprile – sullo stato dei pagamenti. Dovranno spiegare le ragioni degli insopportabili ritardi e all’un tempo indicare come intendono rispettare la puntualità dei pagamenti.
Riuscirà Iacolino a penetrare il muro burocratico delle tante zarine e dei tanti cacicchi che volteggiano, con coriaceo cinismo, sulla salute dei siciliani?