Il vecchio Sigmund Freud, nel suo viaggio alla scoperta della psiche umana, intuì l’esistenza di ciò che definì “allucinazioni ipnopompiche”.
Comprendo che il termine scientifico potrebbe apparire oscuro, però basta leggere le parole del testo sulla “Interpretazione dei sogni” per capire che le allucinazioni iponopompiche sono immagini – spesso vivaci e cangianti – che molte persone percepiscono nell’assopimento e che possono durare per qualche tempo anche dopo il risveglio.
Solo un’allucinazione ipnopompica ha, probabilmente, determinato il Primo Cittadino ad affermare che la mafia ha abbandonato Palermo.
Uguale stato di alterazione ipnagogica (viene definita anche così) può averlo indotto ad asserire che nella città in cui è Sindaco “si lotta per la cultura dei diritti e contro le ingiustizie”.
Sarebbe facile indurlo a svegliarsi per scorgere la realtà che tutti i palermitani subiscono ogni giorno: cumuli putrescenti di immondizia, strade e marciapiedi bombardati, opere devastanti ed incompiute, viabilità da tregenda, progressivo ed inesorabile impoverimento del tessuto sociale e produttivo di una città senza futuro.
L’alterazione percettiva è tale che la negazione delle più elementari prerogative di civile convivenza diventa, nel suo dormiveglia cognitivo, “attenzione ai diritti delle persone”.
Perché mai interrompere il Sindaco nel suo sussulto ipnopompico?
Perché creargli questo trauma da risveglio e mostrargli la tragica verità?