La Finanziaria regionale vacilla. Ma qui non si tratta, non solo, dei ritardi nell’attuazione di una legge che l’Ars ha esitato il 2 maggio (quelli ci sono e restano). Bensì dell’impossibilità di erogare i fondi iscritti nel “capitolo Poc”. Da qui un paio di considerazioni: la Regione non ha riprogrammato un solo euro del Piano Operativo Complementare, per cui serve l’autorizzazione di Roma. Punto secondo: potrebbe non riuscirci. Né oggi né mai.
E’ quanto emerge da una nota di Danilo Lo Giudice, deputato regionale dell’Udc e sindaco di Santa Teresa di Riva. Lo Giudice questa mattina ha presentato un’interrogazione all’Ars: “I comuni siciliani, a seguito della pandemia, stanno vivendo una situazione di grande difficoltà – spiega il deputato – e nella finanziaria regionale avevamo salutato con grande favore, alcuni importanti provvedimenti che potevano rappresentare un’importante boccata di ossigeno per evitare il rischio default di alcuni di essi”. Adesso però iniziano ad emergere delle contraddizioni importanti, prima fra tutte l’impossibilità di coprire i 115 milioni inerenti il Fondo Investimenti degli enti locali, tramite l’impiego dei fondi Poc; infatti nella seduta del 20 ottobre 2020 della Conferenza Regione – Autonomie Locali in relazione al Fondo investimenti dei Comuni di cui al comma 5 dell’art.6 della legge regionale 5/2014, viene evidenziato che – secondo quanto comunicato dal Dipartimento regionale della Programmazione – risulterebbe impossibile finanziarlo con le risorse del P.O.C. come previsto con la legge di bilancio regionale.
“Queste risorse – continua Lo Giudice – sono state chiaramente inserite nei bilanci degli enti locali, e una mancata erogazione rappresenterebbe una criticità non superabile; se a questo aggiungiamo un’altra paventata ipotesi ovvero quella di trasferire le risorse del fondo perequativo non come entrata corrente, bensì in conto capitale, questo tecnicismo determinerebbe uno squilibrio di bilancio impossibile da sanare”. I soldi, se prendesse corpo questa ipotesi, andrebbero stanziati per gli investimenti e non per la spesa corrente, allo scopo cioè riparare alle perdite create dalla pandemia. “Questi nodi – conclude Lo Giudice – devono essere chiariti nell’immediato, così come anche la situazione inerente la mancata erogazione del 70% inerente i buoni spesa per le famiglie disagiate, di cui ad oggi non vi è certezza, cosi come anche le risorse destinate alle imprese che sono caduti in un assordante silenzio non più tollerabile”.