I partiti di festa in festa

Da sinistra, il segretario nazionale della Democrazia Cristiana Totò Cuffaro e l’ultimo arrivato Carmelo Pullara

Da Gianfranco Rotondi ai Cugini di Campagna: ci sono quasi tutti alla Festa dell’Amicizia che la Dc di Totò Cuffaro ha rimesso in piedi dopo trent’anni. Persino i rivali della Lega, rappresentata da Luca Sammartino. Mentre rimane confinata nel perimetro più serioso della “tavola rotonda” la Festa dell’Unità che il Pd siciliano celebra questo weekend ad Agrigento, prossima capitale della Cultura (nel 2025). Non sono previsti spettacoli – tutt’al più una salsicciata – ma non mancheranno le figure un po’ stantie dei dirigenti di partito, sempre i soliti, capeggiati dall’ex ministro Francesco Boccia. Mentre le nuove generazioni “fremono” per il comizio conclusivo della segretaria Elly Schlein. Gusti.

Mentre l’Ars rimane immobile per l’assenza (plateale) di una proposta di governo, limitandosi ai comunicati stampa, i partiti festeggiano. Dalla maggioranza all’opposizione. Giacché è autunno, e l’esperienza ai bagni può dirsi conclusa, si fa di tutto per passare il tempo. Ci hanno già pensato i patrioti di Fratelli d’Italia a inaugurare il lungo mese delle feste: FdI si è dedicata alle celebrazioni del primo anno del governo Meloni, per di più con un doppio appuntamento fra Palermo e Catania. La presidente del Consiglio sarebbe dovuta intervenire domenica mattina, in video collegamento, per concludere la kermesse etnea coi ministri Musumeci e Urso, ma la morte di Napolitano ha imposto di rivedere il programma. Così non se n’è fatto nulla. Giorgia, sui canali social, non ha perso occasione di ricordare a tutti i successi del suo esecutivo – a partire dalla benzina a 2 euro?! – ma trovandosi in Sicilia avrebbe dovuto raccontare qualcosa di Schifani e di quanto FdI abbia inciso nella sua azione di governo. Sarebbe stato imbarazzante.

Il presidente della Regione, invece, ha giustificato la propria assenza alla kermesse patriota spiegando ch’era impegnato col Corpo Forestale a spegnere gli incendi. Insomma, ha marcato visita. Il suo nome, attualmente, non figura tra i protagonisti della festa di Cuffaro, con cui il feeling è notevole. Ma qualcuno spera sempre in una sorpresa dell’ultima ora. Anche se, in verità, il patto è già stato siglato alla vigilia del congresso con cui la Balena Bianca, un po’ rivisitata, ha nominato i nuovi organismi regionali. Schifani e la Dc, Forza Italia e Cuffaro, a meno di clamorosi intoppi, correranno insieme alle prossime Elezioni Europee. Il governatore ha trovato uno capace di fargli da scudo. Di proteggerlo dagli affondi di alleati un po’ infedeli. Di insegnargli la politica e l’arte del governo. E di sostituirsi a lui, quando è necessario.

Al posto di Schifani, però, ci sarà Gianfranco Rotondi, l’ex ministro che qualche mese fa aveva definito Cuffaro un “usurpatore” di simboli. Fra i relatori alcuni assessori del governo, come Falcone e Sammartino, ma anche il presidente dell’Ars, il meloniano Gaetano Galvagno, e il sindaco di Palermo: tutto molto democristiano (e intelligente). In casa Dc non conoscono la parola “rancore”. E persino nella scelta degli artisti, l’orientamento è “tutti i frutti”: oltre ai Cugini di Campagna spiccano i nomi di Joe Castellano e Silvia Mezzanotte. E poi la fiera delle eccellenze siciliane e lo street food, che per tre giorni (dal 5 al 7 ottobre) terranno sveglia Ribera (anche chi si ritroverà in mezzo, pur non votando la Dc, potrà fare due salti e divertirsi).

Tutt’altro spirito, meno chiassoso e ilare, è quello che attende il Pd alla Festa dell’Unità. Avvio simbolico, ieri, a Lampedusa con il segretario Anthony Barbagallo. Mentre ad Agrigento, dove si terrà la seconda parte della manifestazione, oltre alla Schlein arriveranno pure il presidente nazionale del Pd, Stefano Bonaccini, e l’ex ministro per il Sud Peppe Provenzano. Sembra una passerella organizzata, come ogni anno, eppure ce ne sarebbero di argomenti per dare una sferzata al governo della Regione. Barbagallo, in una lettera consegnata agli organi di stampa, ne ha citati alcuni. A partire dalla prolungata assenza di Schifani in aula: “Assenza assordante – ha spiegato il segretario – come mai accaduto nella storia dell’Assemblea. Gli osservatori più attenti non ricordano un governatore con così assente in aula e una proposta politica così povera: si va avanti a forza di leggi mancia, di “collegati” o promesse di “collegati””. Non che il Pd abbia fatto granché per denunciare questo vulnus: ha ottenuto la presidenza della commissione Antimafia, dopo di che ha trattato sulle norme della prima Finanziaria, per ottenere in cambio qualche mancia; e non ha insistito nemmeno sugli scandali e le zone d’ombra, a partire dal Turismo. Cosa resta dell’opposizione se non la vacua speranza di una denuncia forte?

Tra le tante feste di queste settimane – compresa quella della Lega, con Salvini, a Caltanissetta, quando il ministro annunciò un paio di rinforzi per il gruppo parlamentare del Carroccio – per poco ci perdevamo il passaggio del Castello Utveggio di Palermo sotto il controllo diretto della presidenza della Regione. Schifani ha lottato in tutti i modi, ha denunciato una ditta di Favara per il ritardo nell’esecuzione dei lavori (imponendogli una penale salatissima), ha cazziato in malo modo un dirigente regionale (per non aver vegliato sul rispetto dei contratti) e alla fine ha portato a casa l’intero pacchetto. Il palazzo che sorge su un promontorio di Monte Pellegrino sarà “suo”. La giunta infatti ha approvato la relazione della segretaria generale, Maria Mattarella, che prevede l’iscrizione nell’elenco dei siti presidenziali.

La mossa, come scrive Live Sicilia, dovrebbe consentire “l’accelerazione dei lavori e una più puntuale valorizzazione logistico-funzionale” dell’immobile. Nei piani c’è l’idea di fare di Castello Utveggio un “polo di attrazione per il turismo nazionale e internazionale”, oltre che sede ideale per l’organizzazione di eventi e convegni. La tesoreria generale di Palazzo d’Orleans, in sostituzione del Dipartimento Finanze, potrà occuparsi anche di manutenzione e il presidente, perché no, utilizzare il complesso per gli scopi ritenuti prioritari. Potrebbero organizzarci un’altra festa: l’elogio del primo anno di governo Schifani. Sarebbe una gran bella trovata.

Alberto Paternò :

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