Dicono che ogni tanto l’avvocato bussi con timida discrezione alla porta del pubblico ministero, “dottore ma quando lo interrogate il mio assistito?”. E l’altro, il magistrato, con l’aria che hanno gli uomini da tempo rassegnati a monotoni e faticosi orizzonti di lavoro: “Eh, sapesse lei quanti fascicoli ci sono, impellenze, carte, verifiche. Ma stia tranquillo”. Intanto i giorni passano, le settimane sembrano secoli, il tribunale del riesame rigetta una prima istanza di scarcerazione. Le ore non si contano più quando… L’articolo completo su ilfoglio.it
Salvatore Merlo per Il Foglio
in Buttanissima Italia
I grillini e l’orrore dell’inquisizione
marcello de vitomovimento 5 stelleroma
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