Si chiama Attiva Sicilia il nuovo progetto civico allestito da Angela Foti, Elena Pagana, Valentina Palmeri, Matteo Mangiacavallo e Sergio Tancredi, che oggi ha visto il proprio battesimo all’Ars. Si tratta dei fuoriusciti del Movimento 5 Stelle, che nelle scorse settimane hanno consumato la frattura rispetto al gruppo parlamentare grillino. Prima l’espulsione di Tancredi da parte del collegio dei probiviri per le mancate rendicontazioni, poi l’astensione sull’ultima Finanziaria, infine un polemico post su Facebook per sancire la separazione. Ma l’addio al M5 ha radici lontane: “In questa legislatura non siamo riusciti a cavare un ragno dal buco, né dare degli strumenti che avrebbero migliorato la vita della Regione – ha detto la Foti, inaugurando la conferenza stampa -. Né maggioranza né opposizione sono servite a nulla. Non stiamo tradendo né gli elettori, né i principi del Movimento 5 Stelle né noi stessi” ha aggiunto. La Foti ha chiarito inoltre che non intende dimettersi dal ruolo di vicepresidente dell’Ars, “un ruolo che mi è stato assegnato dal parlamento. Chi parlava di inciucio sperava nei voti delle stesse persone che hanno votato me. Credo che la richiesta di dimissioni sia ipocrita”.
“Noi siamo stati eletti con il Movimento 5 Stelle. A noi il M5s ha dato tanto e non ci riferiamo alla carica che ricopriamo, ma alla speranza, alla forza e al coraggio di credere in un nuovo modo di fare politica – ha commentato la deputata ennese, Elena Pagana -. Da parte nostra non ci sarà più una parola contro il Movimento. Continueremo a decurtarci lo stipendio. L’unica cosa che chiediamo ai cittadini è del tempo: solo in questo modo avremo la possibilità di dimostrare la continuità con quanto di buono abbiamo già fatto e riprendere la rivoluzione che in questi palazzi e in questi scranni sembra andata persa”.
Poi è stata la volta di Tancredi: “Il mio nome è stato più volte associato al governo regionale, mi hanno dato del collaborazionista solo per la pretesa di poter discutere ogni singola proposta. Credo che questa potrebbe diventare l’ennesima legislatura persa. Noi eravamo minoranza e resteremo minoranza, non diventeremo maggioranza. I cittadini in questo momento meritano la chiarezza di un percorso. In questo progetto civico abbiamo messo tutti noi stessi – ha ribadito il deputato di Marsala -. Partendo dal fatto che le buone idee non sono né di destra né di sinistra, potremo rendere un buon servizio. La Sicilia è una terra sofferente e credo ci sia bisogno di tutti per non affondare definitivamente”. “Escludo qualsiasi ingresso in giunta di governo, diverso è il discorso delle commissioni. In cinque abbiamo ricevuto 52 mila voti, per cui abbiamo tutto il diritto di essere rappresentati nelle commissioni. Vedremo cosa verrà fuori. Semmai dovesse accadere, nessuno potrà parlare di scambi. Qui ci sono cinque deputati di grande dignità e in quanto tali devono essere rappresentati in maniera adeguata”. Tancredi ha annunciato che riprenderà il percorso delle donazioni non appena si esaurirà la sua vicenda processuale (si è visto pignorare i conti per risarcire l’ex deputato Antonio Venturino, in seguito a una condanna per diffamazione).
Il capogruppo è Matteo Mangiacavallo: “In questo ruolo di responsabilità e gratificazione personale ci avvicenderemo un po’ tutti. Questo è un progetto elaborato nell’arco di una settimana. Non siamo un partito da equidistanti dai partiti. Non siamo nemmeno un Movimento, ma un progetto. E’ un ritorno al territorio, all’attivismo, alla strada, ma anche alle nostre origini. Il nostro vuole essere un ritorno alle campagne ambientali e alle battaglie ecologiste. Non stiamo cambiando pelle ma vestito. Vogliamo terminare la legislatura in maniera dignitosa, non ci poniamo altri obiettivi. Noi nasciamo all’interno di questo palazzo, ma saranno i cittadini a dirci se ha un futuro”.
Infine è stato il turno di Valentina Palmeri: “E’ un momento difficile da punto di vista emotivo. Noi non rinneghiamo i nostri principi, che per noi continuano ad essere un faro. Rimaniamo una minoranza, nella necessità di portare a compimento qualche punto del nostro programma. Rivendico il ruolo fondamentale di rimanere ago della bilancia, a cui abbiamo rinunciato affossando la riforma sui rifiuti. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”.