Bentornato vecchio treno del gusto

I pani di San Calogero, quelli della civiltà greca che si tramanda, simbolo di fertilità, saranno protagonisti del primo viaggio dei Treni del Gusto, un progetto dell’assessorato al Turismo della Regione Sicilia – realizzato in collaborazione con la Fondazione delle Ferrovie dello Stato – che prende il via il 28 luglio con la corsa che porta da Agrigento a Porto Empedocle (il primo sarà il “Treno dei pani votivi, feste del mare, dolci conventuali”).

Una Sicilia che va piano e impara a osservare, a piacersi, a parlare di sé stessa. Per conservare la propria identità. Non che di solito spinga sull’acceleratore, perché è un po’ nell’accezione di noi siciliani guardarci dentro a fondo, riflettere, a volte oziare. La Sicilia appare com’è: coi suoi difetti, coi suoi enormi pregi. Che questo viaggio rivoluzionario intende esaltare. A bordo di littorine anni ’30: non importa arrivare alla meta, ma godersi il tragitto. Sembra un antico refrain, ma è il messaggio “reale” su cui si fonda un progetto ambizioso: le tratte sono 23, le corse 50. Dal 28 luglio al 9 dicembre. Tutto molto bello.

Ma cos’è davvero Treni storici del Gusto? Un progetto a costo zero, finanziato dall’Europa, rivolto soprattutto ai turisti. Che coniuga i valori dell’entroterra siciliano e un mondo gastronomico ricco, tradizionale, per certi versi di nicchia e ancora poco esplorato (all’estero, almeno). Non più, e non solo, grandi città, monumenti, belle spiagge. Qui si circola nel cuore tenero della Sicilia, si va alla ricerca di paesaggi e sfumature spesso sacrificate sull’altare del turismo di massa. E la simbiosi nasce col cibo che caratterizza ogni piccola regione o territorio attraversato: dal pane di San Calogero nell’Agrigentino, passando per il caciocavallo ragusano o la cioccolata di Modica. Ogni espressione esaltata all’ennesima potenza. Con la possibilità, per i viaggiatori, di farsi cullare dai racconti, dalle prelibate degustazioni (a bordo saranno ci saranno i presidi slowfood), dal suono inconfondibile delle rotaie.

Sarà come sopirsi e svegliarsi in un’altra epoca. La macchina organizzativa, nel futuro prossimo, intende connettere ogni singola corsa a un periodo dell’anno particolarmente significativo: quello delle feste, spesso religiose, che profumano l’Isola di un’identità tutta sua e che sanciscono l’inizio o la fine del raccolto, i momenti della sua rigenerazione. Nulla verrà lasciato al caso, ma intanto si parte. Per la soddisfazione del presidente Nello Musumeci e dell’assessore Sandro Pappalardo, che ha quasi gli occhi lucidi nel presentare la nuova creatura messa a punto dai suoi uffici.

La storia, l’archeologia, la natura costituiranno, di volta in volta, le quinte di uno scenario in continuo mutamento: dalla meravigliosa Ferrovia del Barocco, la Siracusa-Ragusa, punteggiata da centri storici quali Modica, Noto, Scicli, Ragusa Ibla, alle linee costiere, la jonica e la tirrenica, che condurranno il viaggiatore lungo itinerari che comprendono i centri più importanti della storia e della cultura siciliane: Taormina, Catania, Cefalù, Palermo e Messina. All’appello non mancherà nessuno: e chissà che anche i siciliani, oltre ai turisti che si preparano a far la fila, non si riscoprano desiderosi di conoscere a fondo le proprie origini. Il Giro di Sicilia in 23 tappe è davvero aperto a tutti.

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