Guai ai vinti. “Perché noi patrioti non accettiamo lezioni”

La presidente del Consiglio Meloni

Se dovessi scegliere una frase per identificare il governo Meloni in tutte le sue sfaccettature, la frase sarebbe: non accettiamo lezioni da… E dopo i puntini ci mettete chi volete: la Francia, il Canada, Putin, una Ong qualunque, un civilissimo stato del Nord Europa o un attore di Hollywood, o una rockstar, o un graffitaro, o un’Ilaria Cucchi di questi, insomma una qualunque entità civile o una qualunque persona senziente e in piena facoltà di intendere e di volere.

L’avrete sentita mille volte questa frase da parte della Meloni, di Salvini, di Piantedosi e di altri comprimari: non accettiamo lezioni da…

A parte la ridicolaggine della questione – uno, soprattutto istituzionalmente, ha diritto di dire quello che gli pare assumendosene la responsabilità e l’altro ha lo stesso diritto di rispondere in tutte le sedi senza che nessuno si senta inchiodato a una cattedra o a un banco di scuola – c’è una strategia molto più strisciante e degna di sottolineature: quella che corrisponde alla logica dell’assedio quando l’assedio è inventato ad arte.

Fate attenzione. Io dico: “Mi piacciono le donne perché mi sono sempre piaciute”. Un altro risponde: “La posizione di Gery è sessista e carica di pregiudizi che minano l’uguaglianza tra sessi”.

Io ho due strade, anzi tre: la prima è ignorare quella che mi pare una minchiata; la seconda è controbattere con un paio di argomenti tranchant (qui è abbastanza facile); la terza è cercare di creare un caso dicendo la frase magica “non accetto lezioni da te”.

La lezione che non si vuole accettare, in quest’ottica e in quella del governo Meloni (pensate che parallelismo), è un riparo dal ragionamento, è la scorciatoia che si imbocca per non rispondere pane al pane, o per pesare le responsabilità (io sono io, tu sei tu, con quel che ne consegue). E poi, diciamolo, chi sta al governo non ha solo il privilegio di comandare ma anche il dovere di rendere conto, di vagliare le critiche, di controbattere. Sicuramente non di fuggire perchè non si accettano lezioni.

Io privato cittadino, al limite, posso fare una scelta folle e autolesionista, di isolamento e non accettare lezioni. Tu governo no, mai.

Quindi ogni volta che leggete quella frase sui giornali (sino a l’altro ieri, fatevi una googlata rapida e avrete un quadro esaustivo) immaginate quanta fatica questi signori si risparmiano senza rispondere a un’obiezione, senza nemmeno pesarla. Per loro un problema non si affronta con responsabilità, ma si scarica sulle spalle di chi lo pone. Gridando a un complotto che come una fede storta è solo nella testa di chi ci vuol credere.

Tratto da Facebook

Gery Palazzotto per Il Foglio :

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