Si sdoppia il Movimento 5 Stelle. In quello che sembra essere il preludio a una resa dei conti interna che agita i grillini già da settimane, il presidente della Camera Roberto Fico, in visita all’hotspot di Pozzallo, ha fatto emergere una nuova posizione sul tema caldo del momento: i migranti. Una linea più rotonda, istituzionale e di buon senso, in netto contrasto con le posizioni assunte dal governo – Lega prima e Cinque Stelle poi – che sul fronte dell’accoglienza non arretrano di un passo.

Fico, però si tira fuori dall’imbuto e afferma che “io i porti non li chiuderei”. Ma anche, e forse fa rumore più questo dei porti, che “le Ong qui a Pozzallo hanno fatto un lavoro straordinario”. Affermazioni da far saltare sulla sedia Di Maio, che ha subito drizzato la barra. Quelle del presidente della Camera, stando al superministro del Lavoro, sono parole pronunciate a “titolo personale e che non corrispondono alla linea del governo”. Che sulla chiusura dei porti e sul divieto d’accesso alle Ong sta costruendo una campagna elettorale 2.0, e una ricerca smodata di consenso su cui Salvini ha fatto scuola (e resta più bravo).

Fico è una scheggia difficile da controllare. Anche in passato si è distinto per aver assunto posizioni di rottura e ora che il suo profilo da terza carica dello stato – arbitro e giudice imparziale – glielo consente, non perde occasione per evidenziare le sue idee (ricordate la solidarietà a Mattarella dopo i propositi di impeachment?). Rappresenta, in termini di temperamento, l’ala casaleggiana del Movimento, che si oppone a quella urlata del Beppe fondatore.

Entrambe, però, cercano di inseguire la Lega. E di affermare un pensiero diversamente unico, sulla pelle dei migranti (esercizio che va tristemente di moda), che tenga unito un elettorato sempre più flaccido e provato dalla sottomissione al Carroccio. E’ come se il Movimento fosse al governo e un pochino anche all’opposizione, per far contenti tutti. In attesa di una resa dei conti comunque inevitabile.