Granata, trapezista della politica

A volergli bene, come tanti gliene vogliono, si potrebbe paragonare ad Han Solo, fascinoso comandante del Millennium Falcon nella saga di Star Wars, a volergli male, come tanti gliene vogliono, a Jack Sparrow, il pirata spregiudicato impersonato da Johnny Depp. Perché Fabio Granata è uomo di battaglie e capriole, di venture e disavventure, di slanci e di rotture. L’ultima di questi giorni quando, dopo essersi arditamente (velleitariamente?) candidato a sindaco di Siracusa sotto l’egida della “Bellissima” musumeciana e scollinato senza lode il primo turno, ha accettato la proposta di fare l’assessore in pectore del candidato della sinistra soft Francesco Italia a discapito di Paolo Reale, rappresentante della destra “arcobaleno”.

Rotture su rotture nella zigzagante carriera di Fabio. Ma anche stagioni di conformismo governativo a Palermo, che tuttavia nella sua narrazione si colorano di grandeur progettuale e di incogrua eversività. Balzi e rimbalzi sorretti da una brillante retorica vecchia scuola, da un’ironia corrosiva, da un puntiglio che non perdona, oltre che da una solida preparazione politica novecentesca. Cresciuto e formatosi nel Msi dei puri e duri rautiani nei ruvidi anni ‘70, la sinistra l’aveva già sfiorata in passato quando brevemente ma intensamente simpatizzò con la “Rete” di Orlando, quando fu fra i protagonisti dell’esperimento civico trasversale “Citta Futura” a Siracusa, quando in anni recenti è cofondatore di Green Italia e candidato “verde” alle ultime europee.

Ma è la polemica forse la sua dimensione più congeniale. Così ha vissuto la sua stagione d’oro a livello nazionale fra il 2008 e il 2013 da deputato finiano, fra i protagonisti della fragorosa divaricazione con Berlusconi – quella del “che fai mi cacci?” – finita come ognun sa. A proposito di rotture. Oggi l’ennesima strambata che alimenta polemiche a destra e inquietudini a sinistra. Ma forse per Fabio non conta il punto di partenza e il punto d’arrivo. Conta stare lì in equilibrio sul filo, senza rete sopra il vuoto, con gli occhi di tutti addosso, sorridendo a chi si augura che cada giù.

Toi Bianca :

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