Nel 2021 non è bastato nemmeno ridursi all’ultimo minuto. Il governo, dopo aver approvato l’esercizio provvisorio alla vigilia di Natale, ha trasmesso il disegno di legge all’Ars soltanto il 30 dicembre. Non c’erano, quindi, i tempi tecnici per arrivare all’approvazione prima del 31. L’aula è stata rinviata da Micciché all’11 gennaio, con l’impegno della commissione Bilancio a esitare un parere sul testo entro il 10.
La Regione andrà in ‘gestione provvisoria’, una locuzione che corrisponde alla paralisi. In questo periodo transitorio, infatti, saranno ammesse solo le spese obbligatorie per legge. “Mai, nella storia della nostra regione, si era andati nel nuovo anno senza avere esaminato il testo quantomeno in commissione – è il commento di Luigi Sunseri, del M5s -. Lo scorso anno pensavo di aver visto il peggio, quest’anno si sono superati. Centinaia di capitoli senza un euro, spesa bloccata, proroghe non concesse (mi vengono in mente i lavoratori dell’ex Aras), stipendi non pagati da mesi (dipendenti di Sicilia Digitale), decreti di cofinanziamento dei fondi europei fermi perché privi di copertura. Fare peggio è impossibile”. Concorda Giuseppe Lupo, capogruppo del Partito Democratico: “Per il quinto anno consecutivo la Sicilia si ritrova a fine anno senza bilancio né legge finanziaria, e questo governo regionale – che Musumeci si ostina a definire ‘unito’- fino ad oggi non è stato neppure in grado di fare esaminare in tempo utile l’esercizio provvisorio al parlamento. Adesso immaginiamo le solite giustificazioni… ‘i ritardi dipendono dall’accordo con lo Stato’, ‘aspettiamo le decisioni di Roma’, ma la verità è una: la Sicilia è guidata da un governo regionale che brilla per incapacità”.
Intanto, come scrive oggi Repubblica, la giunta ha ritirato il primo rendiconto 2020 di cui si era iniziato a discutere con la Corte dei Conti, dato che il ragioniere generale Ignazio Tozzo ha segnalato “errori marginali nella contabilizzazione”. Gli errori riguardano anche gli equilibri di bilancio, il fondo pluriennale vincolato e le quote vincolate del risultato di amministrazione: i nuovi documenti saranno trasmessi alla magistratura contabile per l’ottenimento del giudizio di parifica. Proprio come accadde l’anno scorso, quando un ‘buco’ di 319 milioni costrinse la giunta a ritirare il documento contabile in autotutela. La storia si ripete.
Nel corso della conferenza stampa di fine anno assieme agli assessori, Musumeci non ha accennato alle difficoltà del Bilancio. Ma ha rilanciato sull’unità del centrodestra, annunciando un vertice di maggioranza a gennaio “per definire tre o quattro ddl già presentati dal governo e concordare quali possano essere quelli prioritari”. La testa, però, è già alla campagna elettorale: “A Palazzo d’Orleans c’è una coalizione unita – ha detto Musumeci – l’affinità degli obiettivi ci consente di superare le difficoltà. Ci aspetta una stagione ricca di sfide che vede la coalizione di governo particolarmente impegnata in una unità che non è fittizia”. Per asseverare la sua tesi, il presidente ricorre a un confronto col passato: “Non abbiano dovuto sostituire 59 assessori, neppure 40, 30 o 10, serve ancora qualche altra prova concreta per dimostrare che l’unita non è fittizia? Con il carattere che mi ritrovo e gli assessori che rimangono per 5 anni c’è un rapporto di assoluta lealtà”, ha sottolineato. Poi boccia l’ipotesi di Gaetano Micciché a palazzo d’Orleans: “Il Draghi siciliano? Io ritengo un’anomalia il governo Draghi. È un governo di emergenza, io appartengo alla scuola secondo cui chi vince va al governo e chi perde all’opposizione. Io sono per i governi politici”. E infine: “Non è una novità che Musumeci è candidato. Miccichè stesso (Gaetano) ha detto che vuole fare il banchiere, tutto il resto è polemica gratuita”.