Nell’ottobre del ‘23, quando tradirono in massa Gianfranco Micciché e si rifugiarono sotto l’ala di Renato Schifani, credevano di essere diventati i padroni della Regione, di potere finalmente mettere le mani sugli incarichi di sottogoverno e di conquistare le ricchezze e i privilegi da sempre riservati al partito del presidente. Dopo quasi due anni hanno invece scoperto che il presidente Schifani ha trasformato Palazzo d’Orleans in un feudo di sua esclusiva proprietà; che ha distribuito le ricchezze tra i suoi vassalli – la Zarina, il Bullo e l’Infante Robertino – e che continua a regalare le poltrone del sottogoverno ai riccastri che gli organizzano le feste. Agli undici traditori di Forza Italia non ha dato nemmeno i trenta denari. Anzi. Durante l’ultima Cena delle Mance ha preteso da ciascuno una gabella di ottantamila euro. Manco fossero i servi della gleba.