Una montatura gialla e robusta attorno alle lenti tonde. Gli occhiali di Sebastiano Tusa, compianto assessore ai Beni culturali, scomparso il 10 marzo scorso in un incidente aereo ad Addis Abeba, adesso fanno capolino a palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana. L’opera, commissionata dall’Ars, è stata realizzata dall’architetto Salvatore Gentile. Si tratta di un’installazione temporanea, dalle dimensioni imponenti, esposta nel cortile Maqueda e rivolta verso la Cappella Palatina. L’archeologo, che qualche giorno fa è stato ricordato in cattedrale, a Palermo, oggi è stato commemorato a Sala d’Ercole alla presenza del governatore Nello Musumeci e del presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, oltre che della moglie, la direttrice del Museo Riso di Palermo Patrizia Li Vigni.
“Quando si parla di un grande uomo c’è sempre il rischio di scivolare nella retorica – ha detto il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, a margine della commemorazione nel cortile Maqueda – Nel caso del professore Tusa non c’è retorica che tenga: i meriti, il valore, parlano da soli. Personalità dotata di grande ironia, dall’intelligenza sopraffina, di quelle che non si incontrano facilmente. Studioso brillantissimo, uomo di cultura per DNA, siciliano e fieramente orgoglioso di esserlo, ha dedicato una vita intera, anima e corpo, a questa terra. Fino all’ultimo non ha risparmiato alcuno sforzo per restituire alle generazioni future piena coscienza dello splendore del nostro passato. Un assessore-archeologo, un riferimento culturale per tutto il mondo scientifico, un siciliano di cui andar fieri. Questo è il Tusa che abbiamo perso: in una sola parola, insostituibile”.