In Francia protestano per le nuove tasse sui carburanti fossili. In Germania scendono in piazza perché il governo ha deciso di reintrodurre i tributi agricoli prima sospesi: colpa dell’aumento della spesa pubblica in conseguenza del conflitto in Ucraina e dei problemi con la Corte Costituzionale che ha messo nel mirino la legge di bilancio e i suoi trucchi contabili. In Polonia vanno dritto al punto: blocchi stradali contro l’importazione dei prodotti agricoli ucraini che mettono in difficoltà il comparto nazionale. Ogni agricoltore ha il suo motivo nazionale per protestare nell’Ue, ma alla radice delle contestazioni ci sono “le politiche europee”, è convinto Arnaud Rousseau, presidente della Fnsea, la più grande organizzazione di categoria in Francia. “Quanto accade agli Agricoltori e la loro rabbia è anche colpa delle politiche Ue”, dice Marion Maréchal-Le Pen, nipote di Marine Le Pen e leader del movimento rivale Reconquête. Oggi la nazionalista francese è a Bruxelles con gli agricoltori in protesta davanti al Parlamento europeo. Qualora ci fossero ancora dubbi, ormai è chiaro che, dopo l’immigrazione, è l’agricoltura legata alle proteste anti Green deal il nuovo cavallo di battaglia delle destre in vista delle europee di giugno. Continua su Huffington Post