“Gli innocenti non finiscono in carcere”. Incredibile, ma vero: lo ha detto il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, durante la trasmissione “Otto e mezzo”, andata in onda ieri sera su La7. Bonafede, tallonato dalle domande della giornalista di Repubblica, Annalisa Cuzzocrea, sul “lodo Conte” – cioè la possibilità di sospendere la prescrizione dopo il primo grado di giudizio solo per i condannati – si è reso protagonista dell’ennesima gaffe della sua carriera da Guardasigilli. La cronista gli ha però ricordato che “dal 1992 al 2018, 27 mila persone sono state risarcite dallo Stato per essere finite in carcere da innocenti. Quindi gli innocenti finiscono in carcere”.
La dichiarazione di Bonafede, che dal primo gennaio ha abolito la prescrizione, ha provocato numerose reazioni sui social. A cui si è accodata la figlia di Enzo Tortora, il noto giornalista della Rai che negli anni ‘80 fu condannato a dieci anni per associazione camorristica e traffico di droga, prima di essere assolto in appello. Gaia Tortora ha chiesto spiegazioni al Ministro per quella frase, così Bonafede ha provato a metterci una pezza su Facebook: “Nell’intervista di ieri sera, mentre si stava parlando di assoluzioni e condanne – spiega Bonafede -, ho specificato che gli ‘innocenti non vanno in carcere’ riferendomi evidentemente e ovviamente, in quel contesto, a coloro che vengono assolti (la cui innocenza è, per l’appunto, ‘confermata’ dallo Stato). Ad ogni modo – si legge ancora -, la frase non poteva comunque destare equivoci perché subito dopo ho specificato a chiare lettere che sulle ipotesi (gravissime) di ingiusta detenzione, ‘… sono il ministro che più di tutti ha attivato gli ispettori del ministero per andare a verificarli”.