Non sono sfuggite le parole pronunciate riguardo alla riforma della Giustizia Cartabia dall’ex premier Giuseppe Conte. Per illustrare il concetto, l’Avvocato del popolo ha preso come esempio il Ponte Morandi: “Non accetteremo mai che il processo rischi di estinguersi”, ha detto l’ex presidente del Consiglio. Fa notare però Mattia Feltri su La Stampa, che la riforma Cartabia si applica ai reati commessi dal primo gennaio 2020 e il Morandi è crollato nell’agosto del 2018. La riforma Cartabia sostituisce di fatto quella di Conte, introdotta proprio nel gennaio del 2020. Ma il Ponte Morandi con la questione sembra avere poco a che fare. A Giuseppe Conte questa riforma non sembra andare giù. In particolare, non accetta che si reintroduca la prescrizione dei reati già cancellata dal suo primo governo, quello gialloverde. La dichiarazione di Conte viene ripresa anche da ‘Il Foglio’, che sottolinea come Conte abbia mentito sapendo di mentire. Secondo il giurista e professore di procedura penale Massimo Ceresa-Gastaldo, il processo non si estingue e la riforma non incide su quel procedimento citato da Conte. Il professore ricorda come quel tragico giorno, Giuseppe Conte “per intercettare meglio il dolore di quel giorno aveva anticipato: ‘Non possiamo aspettare i tempi della giustizia’. Faceva finta di non ricordare che non è così che funziona nei paesi di diritto e che quella frase è ancora buona per le tribù”.
Enrico Ciuni
in Il sabato del villaggio
Giustizia, il giochino mal riuscito di Conte
giuseppe contegiustiziamarta cartabia
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