Il braccio armato del sindaco Leoluca Orlando, nella battaglia senza quartiere contro l’inciviltà e i rifiuti liberi, si chiama Giuseppe Norata. Il nuovo presidente della Rap, la società controllata che si occupa della raccolta e dello smaltimento nella città di Palermo, è in carica dal mese di agosto e sin dall’inizio sta provando a cucire il suo fare da “sceriffo” su un mandato che si preannuncia assai difficoltoso. Per sua stessa ammissione: “La gente ha ancora un’ignoranza abissale sulla differenziata. Dobbiamo essere tutti, solo io non risolverò il problema”.
Tecnico vicino agli ambienti del Partito Democratico – alla sua scelta concorsero Orlando e il suo vice Marino, scontentando buona parte dell’establishment cittadina – Norata è stato candidato a sindaco nel 2012 nella sua Castelbuono. Senza fortuna. Ha mietuto successi, invece, nell’ambito della gestione dei rifiuti. Soprattutto nelle vesti di presidente e amministratore delegato dell’Ato 5 “Ecologia e Ambiente”, uno dei più virtuosi della provincia di Palermo. Negli ultimi dodici anni si è incaricato di rifiuti in sedici differenti comuni di quell’area. Con discreti successi.
Ora però si trova di fronte a una sfida ardua che, come annunciato, prova ad affrontare con il fare dell’investigatore privato. Repubblica, nell’edizione di giovedì mattina, ha narrato dell’esperienza al suo fianco per le vie cittadine. Dove Norata non è un semplice osservatore o supervisor, come dicono gli inglesi, bensì il primo dei tecnici, che non teme di sporcarsi le mani (nel vero senso della parola). Ogni occasione è buona per una ricognizione e un controllo: apre i sacchi della spazzatura, avverte le criticità, le segnala e incita i suoi uomini a proseguire nelle indagini. Magari per reperire un indizio, come un bollettino versato, che permetta di risalire al contravventore: “Qualcosa si trova sempre – spiega Norata -. A quel punto i vigili scattano le foto e documentano tutto per giustificare la sanzione. Ci vogliono sforzi sovrumani. Ma io sono uno spartano, non mi formalizzo per il mio ruolo, ma per fare questo giro tra i rifiuti tolgo tempo ad altre cose importanti che dovrei fare come presidente”.
La sentinella istituzionale – e qui sembra svelarsi il metodo orlandiano dell’apparire ancor prima del fare – può e dovrebbe diventare un punto di riferimento, un modello per tutti coloro che pensano di fuggire in eterno dalle buone maniere: “Con la mia presenza – aggiunge Norata a Repubblica – voglio far comprendere l’importanza del sistema della raccolta. E lo faccio anche per dare un esempio ai miei uomini, che devono starmi dietro”. Qualche parola al posto giusto, e via di corsa con le mani della monnezza. Che ci fa la pizzetta fra la carta?