Il procuratore Giuseppe Pignatone, ex capo della Procura di Roma e attuale presidente del Tribunale dello Stato Vaticano, è stato insignito della cittadinanza onoraria del comune di Palermo. La cerimonia, che si è tenuta a palazzo delle Aquile, è stata tenuta dal sindaco Leoluca Orlando: “Il procuratore Pignatone con la sua attività fa parte della storia di Palermo – ha detto Orlando – La sua esperienza resta un contributo alla storia della legalità del Paese e alla liberazione della nostra città dal governo della mafia. Cosa nostra c’è ancora, esiste ed è pericolosa ma è anche importante dire che non governa più la città”.
Pignatone, che lo scorso 9 maggio è andato in pensione per raggiunti limiti d’età, ha lavorato per una trentina d’anni al palazzo di Giustizia di Palermo, dove arrivò nel ’77 come sostituto procuratore, dopo l’approdo in magistratura nel ’74 e una parentesi da deputato della DC. Ha condotto varie inchieste contro la mafia e nel 2003 accusò l’allora governatore Totò Cuffaro per concorso esterno. Nel 2008 il passaggio a Reggio Calabria. Nel suo ultimo incarico nella Capitale – dal 2012 era diventato procuratore capo – Pignatone si era occupato dell’inchiesta e del processo per Mafia Capitale, che con cento indagati e 37 arresti rivoltò il sistema di malaffare romano dandogli per la prima volta il nome di associazione mafiosa. La sentenza della VI sezione penale della Cassazione, però, ha negato l’aggravante mafiosa per il sodalizio criminale guidato dall’ex Nar Massimo Carminati e il ras delle cooperative rosse Salvatore Buzzi
Di recente Pignatone è stato nominato da papa Francesco presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano al posto di Dalla Torre. Alla cerimonia di stamani a Sala delle Lapidi, hanno partecipato anche il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, il questore Renato Cortese e il comandante della guardia di Finanza Antonio Nicola Quintavalle Cerere. “Il grande cambiamento culturale di Palermo – ha detto il sindaco di Palermo Orlando – si deve sicuramente all’impegno delle forze dell’ordine e della magistratura, a persone come Pignatone e a chi ha dato la vita per questo obiettivo, ma anche ai palermitani che con il loro coraggio hanno contribuito a questo cambiamento”. “La mafia non è più quella di prima – ha spiegato lo stesso Pignatone – non è riuscita a ricostituire la commissione provinciale di Palermo quell’organismo di vertice che era il punto nevralgico della sua potenza e ha perso il ruolo di broker mondiale degli stupefacenti che era la ragione della sua ricchezza straordinaria. Io credo che sia giusto dire che questa mafia è stata sconfitta e che questo risultato è stato raggiunto grazie alla reazione della società civile”.