Giù le tasse sul lavoro, ma solo per sei mesi. Poi chissà

Meloni (foto Mike Palazzotto)

Approvato il Def a metà aprile, aveva promesso che qualcosa in più, sul cuneo fiscale, si sarebbe potuto fare. Alla fine il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha mantenuto fede alla parola data. Nel decreto Lavoro approvato oggi, Primo Maggio, dal Consiglio dei ministri c’è la riduzione delle tasse in busta paga. Il taglio, a differenza di quanto si supponeva fino a qualche giorno fa, arriva a fino a 7 punti percentuali per i redditi più bassi (fino a 25mila euro l’anno) – quasi cento euro in più, nei fatti, in busta paga ogni mese – ma non partirà subito da maggio – anche questa era una promessa del ministro – bensì dal 1° luglio per arrivare fino al 31 dicembre, e non fino a novembre secondo quanto emerso dalle bozze del provvedimento circolate ieri. “Abbassiamo le tasse fino a sette punti per i redditi più bassi – afferma Giorgetti al termine della riunione di governo – è un aiuto reale contro il carovita e la risposta concreta alle chiacchiere”. La risposta è arrivata, salutata anche con qualche apprezzamento dai sindacati, che comunque criticano il metodo e il merito del governo. Dopo il cortocircuito della maggioranza alla Camera, del resto, era emerso qualche dubbio sulla capacità del governo di portare a casa l’intervento entro il Primo Maggio. Scoglio superato con la seconda votazione, ventiquattro ore dopo, di un nuovo Def a Montecitorio. Ma c’è comunque da dire che il taglio del cuneo, operazione dal valore di circa 4 miliardi di euro, si legge nel decreto, è comunque una misura temporanea. Una brutta gatta da pelare aspetta il Tesoro quando a dicembre bisognerà decidere l’eventuale proroga. Continua su Huffington Post

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