Fino a quando sopporteremo la spocchia della Santanché, il bau bau della Montaruli, l’arroganza di Del Mastro o le spregiudicatezze del Balilla, l’assessore siciliano del Turismo che ha elargito 23 milioni di euro in pubblicità a Mediaset, alla Rai e ai giornali di Urbano Cairo? Giorgia Meloni tiene alta la postura del vincitore. Il popolo sovrano le ha assegnato un consenso di quasi il 30 per cento e i suoi uomini indossano la legittimazione come una corona: “Dio ce l’ha data, guai a chi ce la toglie”. Fino a quando? Robert Musil, lo scrittore che visse sulla propria pelle la straripante ascesa di Adolf Hitler, fu facile profeta della sua caduta e della sua rovina. “Arriva sempre un momento – si legge ne ‘L’uomo senza qualità’ – in cui la curva ascendente della vita sembra precipitare verso il nulla”. Dall’altare alla polvere, basta un salto. O un passo falso.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Giorgia M, il Balilla e il monito di Musil
adolf hitlergiorgia meloni
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