Come nei migliori film di Totò e di Alberto Sordi, iniziano a girare intorno a Palazzo Chigi e a Fratelli d’Italia una serie di “amici di Trump”. Imprenditori, ricchissimi, italoamericani – wanaganas– che si offrono come mediatori, facilitatori. Ed è subito “con Donald ci parlo io”, “ stavo con lui a Mar-a-Lago”, “per i dazi vediamo”. Uno dei casi più curiosi, ma non l’unico, è quello di Paolo Zampolli: sedicente inviato speciale per l’Italia, in tour nel nostro paese, con tanto di visita a Matteo Salvini e ospitata da Bruno Vespa. L’imprenditore amico di vecchia data di Trump – fu lui a fargli conoscere Melania – in realtà è ambasciatore della Dominica. La Farnesina, il governo e Fratelli d’Italia davanti al suo attivismo hanno chiamato l’ambasciata americana. Risposta: “Inviato speciale? Non ci risulta”.
Per chiudere questo caso da commedia all’italiana la settimana scorsa Donald Trump ha scritto su Truth Social che Zampolli sarà invece “inviato speciale per le partnership globali”. Non avrà nulla a che fare insomma con Roma. Un altro protagonista tornato in voga con la seconda presidenza del tycoon è Guido George Lombardi, immobiliarista italiano emigrato negli anni Settanta negli Stati Uniti e “amico del presidente” nonché “uomo di fiducia” a cui nel 2016 l’allora candidato repubblicano affidò addirittura un pezzo importante della sua attività social. In questa corsa italiana – e forse un po’ provinciale – verso la Casa Bianca in molti, nel centrodestra, hanno ritirato fuori il suo numero dalla rubrica del cellulare. L’ufficio diplomatico di Palazzo Chigi ma anche chi nel partito di Meloni consiglia la premier sul dossier a stelle e strisce, raccomanda massima discrezione e accortezza. Un avviso ai naviganti: i rapporti con la nuova Amministrazione devono essere gestiti dai canali diplomatici e da quelli formali e informali della presidenza del Consiglio. Niente zio d’America, insomma. E così mentre si avvicina, come annunciato dalla premier, l’atteso bilaterale Meloni-Trump si cercano dialoghi e rapporti.
In Via della Scrofa in queste ore danno ancora “non chiusa”, nonostante gli annunci veicolati, la nomina di Tilman J. Fertitta come nuovo ambasciatore in Italia. Il proprietario della squadra di basket degli Houston Rockets – con un patrimonio di 8,4 miliardi di dollari che abbraccia i settori dell’ospitalità e dell’entertainment – resta il prescelto, anche se c’è chi mette in conto colpi di scena. Continua su ilfoglio.it