Il secondo produttore mondiale di farina di carrube ha appena ricevuto una delle 25 onorificenze che ogni anno il Capo dello Stato riserva ai Cavalieri del Lavoro. Ma la notizia è un’altra: l’imprenditore in questione è Giancarlo Licitra, 54 anni, ragusano. Stanco di offrire i propri servigi a una multinazionale dell’auto, nel 1996 torna a casa e sceglie una nuova sfida. Trae ispirazione dal papà, commerciante di carrube, e si spinge oltre, decidendo di trasformare queste materie prime in modo industriale. E’ nel 2000 che fonda LBG Sicilia Ingredients.

Dalle carrube Licitra tira fuori un addensante alimentare. Utile, ad esempio, a dare stabilità al gelato, impedendo che al suo interno si formino cristalli di ghiaccio. Un piccolo pezzetto di Sicilia è presente nei gelati di tutto il mondo: “Per le migliori aziende che producono gelato, il nostro prodotto è quasi imprescindibile. E’ sinonimo di qualità”. Il riconoscimento del Quirinale non lo cambia di una virgola: “Certo, fa piacere riceverlo a un’età tale da non sentirmi ancora vecchio. Non amo molto le medaglie ma questa è una cosa che mi onora. Nei prossimi giorni prenderò contatto con questa nuova cerchia di persone per capire quali progetti portare avanti. Oltre al titolo, ci sono delle attività da svolgere”.

Il cavalier Licitra si trova più a proprio agio quando gli si chiede della sua avventura lavorativa. Con la sua azienda è diventato il secondo produttore mondiale di questa farina: “Non è un mercato grandissimo, ma è appannaggio delle multinazionali – spiega –. Aver superato queste barriere mi inorgoglisce. Dopo aver lavorato come manager, sono tornato nella mia terra con l’idea di valorizzare quello che abbiamo, in un territorio bistrattato e in cui la tendenza, spesso, è sottovalutarsi. Al di là dell’etichetta che ci hanno affibbiato – noi siamo per tutti quelli della farina dei semi di carruba – produciamo, da 3-4 anni, anche delle miscele stabilizzanti per l’industria alimentare”. Il 95% del fatturato di LBG arriva dall’export: Cina, Stati Uniti e Giappone sono tre degli ottanta paesi i cui arrivano gli stabilizzanti di Licitra.

L’esperienza di LBG è partita da un piccolo carrubeto nei pressi di Ragusa, che oggi, da solo, non potrebbe soddisfare le esigenze di produzione del gruppo per più di un giorno: “E’ insignificante da un punto di vista dei volumi. Infatti lo usiamo solo a scopi sperimentali, con l’Università, per capire la resa industriale del prodotto – spiega Licitra -. In Sicilia non abbiamo tanti alberi di carrubo, quindi ci vediamo costretti a importare anche dall’estero”.

Il cavalierato per Licitra è un premio alle fatiche di vent’anni. Fatiche che non si esauriscono, perché Ragusa, come la Sicilia tutta, presenta più di una difficoltà per le imprese che investono: “Il primo dei problemi – riflette il cavaliere – è il reperimento di risorse umane con una specifica esperienza. E’ semplice trovare ottimi neolaureati, gente che vuole tornare al Sud con un buon lavoro. E’ più complesso trovare quadri, dirigenti e tecnici per uno sviluppo ulteriore. Il problema principale è attingere a un personale qualificato”.

Le problematiche occupazionali dei giovani non lo lasciano indifferente: “L’approccio teorico è fondamentale, ma nelle università bisognerebbe lasciare più spazio agli stage e all’esperienza lavorativa, come avviene in altri Paesi. La formazione italiana, invece, disdegna troppo spesso questo accoppiamento fra pratica e teoria. Conoscere il lavoro permetterà ai giovani, non appena avranno abbandonato i libri, a sapersi porre nei confronti delle aziende”.