I gangitani l’hanno già segnata in rosso sul calendario: domenica 1° agosto, con la tradizionale Festa dei Burgisi, prende il via la 57.ma edizione della Sagra della Spiga, l’appuntamento imperdibile in cui ogni anno si specchia la storia di una comunità. “E’ un momento a cui siamo molto legati – esordisce Mario Puglisi, presidente della Pro Loco di Gangi – La sagra è stata inventata 57 anni fa da giovani universitari e noi cerchiamo di portarla avanti nel solco della tradizione”. Certo, il virus costituisce un intralcio: la 56.ma edizione, nel 2020, si è tenuta a fari spenti, “con una semplice mostra fotografica”. Ma quest’anno, grazie all’adozione di tutte le misure anti-contagio e all’autorizzazione da parte della Questura e del Comune, uno dei borghi più belli di Sicilia potrà finalmente ricongiungersi al suo passato. Cercando, come avviene da sempre, di trasmettere ai giovani, attraverso i simboli e il folklore, l’amore per la coltivazione della terra e la lavorazione del grano.
Dal 6 all’8 agosto, lungo viale della Rimembranze, si terrà la ‘Corte della Spiga – Canti, Memorie e Miti del corteo di Demetra’. “Sono previsti due momenti – ci spiega Puglisi – Il primo è legato alla vita nei campi e prevede una sezione antropologica, che comprende il corteo del Barone, con la regia di Peppuccio Ballistreri. Un altro gangitano, Santi Cicardo, guiderà invece la regia e la direzione artistica del secondo momento, quello più prettamente mitologico, dedicato al culto delle dee madri”. E qui arriva in soccorso una pillola storica: “Gangi molto probabilmente deriva da Engyum (in italiano: Engio ndr), la città dove c’era il tempio delle dee madri di cui persino Cicerone parla nelle Verrine”. A muoversi, questa volta, non saranno i figuranti. Bensì il pubblico, che dopo aver fatto ingresso nell’area, adeguandosi alle misure anti-contagio (come la rilevazione della temperatura e la sanificazione delle mani), si sposterà da una sezione all’altra per osservare i protagonisti. In questo modo si eviteranno assembramenti.
Al di là della rappresentazione e del folklore, che rappresenta il cuore della sagra, ci sarà un altro momento a cui gli organizzatori tengono un sacco: vale a dire il convegno intitolato ‘La spiga: tradizione, innovazione e risorsa di un territorio’ che si terrà giovedì 5 agosto, alle 11, nell’aula polifunzionale della piazzetta G.F. Vitale e che sarà moderato dal direttore di Buttanissima Sicilia, Giuseppe Sottile. Interverrà, fra gli altri, anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Tony Scilla. E’ una di quelle occasioni in cui, attraverso una sagra, diventa possibile (oltre che piacevole) parlare di sviluppo del territorio. A maggior ragione in un Comune che per l’80% vive di agricoltura e di bestiame: “Vogliamo dare un messaggio ai giovani – dice Puglisi –. Il turismo e il folklore sono importanti, ma alla base ci vuole un’economia che funziona. E per avere un’economia che funziona bisogna investire in qualcosa di nuovo che, come nel nostro caso, si innesta sulla tradizione: cioè i grani antichi. Vogliamo che la politica, ma anche i singoli produttori, raccontino le loro esperienze. E che i giovani gangitani e madoniti possano ampliare il loro bagaglio culturale e contribuire a invertire una tendenza: i grani antichi rappresentano una risorsa fondamentale anche per il futuro”.
Tanti ragazzi l’hanno già capito e al netto di chi – come vuole la prassi – completa gli studi e la formazione fuori da Gangi o dalla Sicilia, ce n’è una buona fetta che è rimasta in loco e ci prova con coraggio e determinazione. “L’associazione Sant’Isidoro, che è composta da un centinaio di associati, al 50% è costituita da giovani – esulta Puglisi –. Realizza ogni anno una mostra molto bella. Contribuisce a rafforzare il rapporto con la terra e con gli animali. E’ il segno che qualcosa sta cambiando, anzi sta tornando”. L’amore dei gangitani per i propri campi, d’altronde, non è mai stato in discussione. Questa iniziativa, che dura da più di mezzo secolo, ne è la dimostrazione più sacra.