Una nuova puntura d’insetto mette a rischio la conclamata onestà-tà-tà del Movimento 5 Stelle. Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, che in questa prima parte di legislatura non è stato esente da critiche e gaffe (come la foto postata dal mare dopo il crollo del ponte di Genova), ne avrebbe combinata un’altra. Aver assunto, fra i 14 componenti della Struttura di missione del suo ministero – quella che valuta il rapporto costi-benefici delle Grandi Opere – anche un condannato definitivo per bancarotta fraudolenta (sentenza definitiva pronunciata dalla Cassazione nel 2017, cancellata per via dell’insulto del 2006). Trattasi di Gaetano Francesco Intrieri, 53 anni, di Messina. Lui stesso ama definirsi il guru dell’aviazione, anche se un articolo pubblicato qualche giorno fa dal quotidiano “La Verità” gli ha tarpato le ali.
Intrieri, infatti, avrebbe distratto dalla casse della compagnia aerea Gandolf, di cui era amministratore delegato, 429 mila euro, al fine di saldare un debito con Banca Intesa. Lo avrebbe ammesso lui stesso, nel 2005, di fronte al Pm della procura di Parma, e qualche giorno fa in un’intervista rilasciata al Fatto: “Per salvare l’azienda e rilanciarla fui costretto a pagare 420 mila euro a una società americana, la Aws, che per Gandalf aveva effettuato una mediazione con i lessor di alcuni aerei e curato l’ingresso di altri Boeing 737 necessari per dare un futuro alla compagnia”. Ma le sentenze, ci insegnano i grillini, non si discutono. E le condanne, dicono i soliti grillini, non costituiscono corsie preferenziali – a voler usare un eufemismo – per l’ingresso nelle istituzioni.
Invece, da circa due mesi, Intrieri è parte del Mit, con uno stipendio lordo di 50mila euro, ci fa sapere “Repubblica”. “Io sono il guru dell’aviazione, invece mi trattano da delinquente” si è limitato a dire Intrieri, che su Twitter, invece, non disdegna il duello fisico coi suoi detrattori. “Quasi quasi viene voglia di dimettermi” ha confidato alle persone care, dopo che il suo “caso” ha assunto le connotazioni dello scandalo. Nel curriculum del guru messinese, compaiono anche una cattedra all’Università Tor Vergata di Roma (che ne ha accertato la presenza nel suo corpo docenti fino al 2016-17 e non oltre, secondo un’indagine del “Foglio”), un master alla Bocconi di Milano e degli studi all’Università del Massachusetts di Boston. Ha avuto anche un’altra parentesi imprenditoriale: da proprietario, non esattamente un Santiago Bernabeu, del Cosenza calcio, lasciato a marcire nell’inferno dei Dilettanti.
Viene descritto, da chi l’ha conosciuto, un millantatore di amicizie importanti e un uomo pieno di sé. Avrebbe rivelato lui stesso, di recente, di aver “smontato il contratto” dell’Air Force Renzi. E di aver rivelato il fallimento di Alitalia un paio di anni fa, attirandosi le simpatie dei dipendenti che lo vedrebbero bene negli uffici della compagnia di bandiera. Al momento l’unico ufficio occupato da Intrieri è quello del Ministero delle Infrastrutture. E gli sta persino stretto, nonostante tutto. “Toninelli si fida di me, ma se potessi parlare….”