Fuoco su fuoco: aiuto!

Questa è la riserva di Calaforno, fra Giarratana e Chiaramonte Gulfi, completamente rasa al suolo dal fuoco

“Nei prossimi giorni contiamo di uscire dalla fase di grave emergenza, ma ognuno dovrà fare la propria parte. Lo Stato è impegnato con decine di mezzi e migliaia di uomini però ricordiamoci che la prevenzione e gli interventi contro gli incendi spettano alle Regioni”. Lo ha detto Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile nazionale, in un’intervista al Corriere della Sera. Qualche giorno fa Curcio aveva richiamato all’ordine la Sicilia, rea di non aver redatto per tempo il piano anti-incendio e di non aver vigilato sulle superfici boschive. Adesso il messaggio è diretto a tutte le regioni che in queste ore si ritrovano nella morsa del fuoco.

“Gli incendi boschivi sono l’ultima fase di una filiera della tenuta del bosco – ha detto inoltre -. Una filiera che la legge 353 varata nel 2000 affida alle Regioni. Sono loro a dover provvedere alla tutela del territorio, alla prevenzione e allo spegnimento. La Flotta Aerea Stato interviene quando il danno è già fatto e la situazione già compromessa”. In ogni caso, “abbiamo 37 squadre in Sicilia e 20 in Calabria mobilitate dal Nord Italia con due decreti firmati dal presidente del Consiglio dei Ministri. Stiamo fronteggiando la crisi, sono in contatto costante con il presidente Draghi proprio per supportare al meglio le situazioni gravi. Ma appena tutto questo sarà finito bisognerà affrontare davvero la realtà. Agire per prevenire”.

Ma non è tutto, perché la difficile situazione siciliana ha scatenato, a ridosso di Ferragosto, le proteste dell’opposizione. Che oggi, attraverso quattro deputati (Valentina Palmeri, Claudio Fava, Giampiero Trizzino e Salvatore Siragusa) ha chiesto di sospendere l’avvio della stagione venatoria in programma l’1 settembre: “Appare del tutto inaccettabile – scrivono – alla luce dell’emergenza ambientale determinata dagli incendi, nonché incoerente ed irragionevole rispetto alla dichiarazione dello stato di “crisi ed emergenza” deciso dalla giunta regionale proprio per affrontare la situazione determinata dai roghi devastanti di questi giorni”. I quattro parlamentari hanno presentato una interpellanza rivolta agli assessori Cordaro e Scilla, nella quale ricordano che il calendario venatorio è stato approvato a fine luglio, appena dieci giorni prima che la Giunta decidesse di applicare per la prima volta le norme eccezionali della legge regionale 13/2020 sullo stato di emergenza. Già a giugno, si legge nell’atto ispettivo, l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nel dare un parere fortemente critico sulla bozza di calendario venatorio predisposta dall’Assessorato all’agricoltura, ne aveva rilevato la “non coerenza” e “non condivisibilità”, sottolineando le modalità e tempi della caccia sarebbero “incompatibili” con la situazione ambientale, climatica ed ecologica.

Nei giorni scorsi le associazioni ambientaliste hanno chiesto di sospendere del tutto l’attività venatoria 2021-2022 o almeno di prevedere una sua interdizione per una superficie del territorio agro-silvo-pastorale, oggi destinata alla libera caccia, pari alle superfici naturali e seminaturali perse, oltre che a tutte le aree limitrofe a quelle incendiate, “dove hanno trovato e troveranno rifugio gli animali scampati agli incendi”. Sottolineando infine che il calendario venatorio siciliano appare in contrasto sia con le norme del Testo Unico sull’ambiente sia con le direttive comunitarie sulla tutela dell’avifauna, Palmeri, Fava, Trizzino e Siragusa chiedono quindi al governo di sospendere con urgenza il provvedimento e, contestualmente, di istituire un “tavolo tecnico di monitoraggio e verifica” dell’esercizio della caccia con lo stato ecologico ed ambientale, coinvolgendo le associazioni di protezione, i dipartimenti regionali dell’ambiente, della protezione civile e dell’agricoltura, nonché rappresentanti del mondo scientifico/universitario”.

La polemica in Sicilia

“Oltre quattromila uomini sono impegnati nella nostra Isola su decine di fronti. Mai vista una catastrofe del genere”. Lo ha detto il presidente della Regione, Nello Musumeci, che mercoledì sera ha reso esecutiva la prima fase d’aiuti per le aziende danneggiate dagli incendi che da giorni, ormai, si abbattono sull’Isola. “Tutti i mezzi disponibili sono scesi in campo. Esorto tutti a evitare, in questi giorni, di accendere anche il solo barbecue, se ci si trova in campagna – ha detto ancora Musumeci -. E a tenere sotto attenzione le persone anziane, specie se vivono da sole. Anche questa dura prova sarà superata e saremo vicini alle aziende colpite con le necessarie risorse finanziarie. Spero che Roma faccia la sua parte”. La Regione contribuisce per come può: le prime risorse stanziate serviranno per l’acquisto di foraggio da parte delle aziende zootecniche e per ripristinare le recinzioni dei pascoli danneggiati. Nel contempo, il governo regionale ha proclamato lo “stato di calamità”, con la conseguente richiesta, alla presidenza del Consiglio dei ministri, della dichiarazione dello “stato di emergenza”. Essendo la situazione degli incendi in costante evoluzione, già oggi la Protezione civile regionale provvederà a un aggiornamento della stima dei danni.

Il fronte del fuoco, negli ultimi giorni, ha percorso tutta l’Isola, a partire dalle Madonie dove molte persone hanno perso le proprie aziende. Alcuni pali dell’illuminazione sono stati abbattuti dai roghi, che hanno preso d’assalto terreni e casolari; degli animali sono stati arsi vivi. Sul territorio hanno lavorato i vigili del fuoco, i forestali e il personale della protezione civile. Nella notte fra martedì e mercoledì sono andati in fumo ettari di vegetazione a Piano Geli, nella zona di San Martino delle Scale, e a Montefiascone, sempre nella zona di Monreale. Ieri, fra Petralia Soprana e Polizzi Generosa, un fronte del fuoco di circa un chilometro, alimentato dal vento di scirocco e dalle temperature sopra i 45 gradi, si è spinto fino alle porte dei centri abitati.

Mercoledì, inoltre, è andata in fumo la riserva di Calaforno, nel territorio fra Chiaramonte Gulfi, Giarratana e Monterosso, nel Ragusano. Ettari di pineta sono stati distrutti. Lambiti un agriturismo e una masseria, evacuate molte case. “Mi dicono che anche questa volta l’incendio sia di origine dolosa – spiega Salvatore Pagano, sindaco di Monterosso -. Anche noi abbiamo fatto pressione perché vengano inviati i mezzi aerei ma pare siano impegnati in altri roghi; confidiamo possano arrivare prima possibile”. Un vastissimo incendio è divampato a Pergusa, nell’Ennese, dove molte abitazioni sono state evacuate per precauzione. E in territorio di Nicosia, in contrada Serra Marrocco tra Gangi e Nicosia, dove sorge un impianto di energia eolica. Un rogo si è sviluppato anche a Caltabellotta (Agrigento), nel promontorio che delimita la via Roma, proprio all’ingresso del paese, interessando sterpaglie e zone adibite a pascolo. Lambite alcune abitazioni. L’intervento dei Vigili del Fuoco si è reso necessario anche a Linguaglossa, ai piedi dell’Etna.

Incontro a Palermo con Todde, Patuanelli, Orlando e Cancelleri

Proprio nel giorno in cui in Sicilia è arrivato il Ministro per le Politiche Agricole, Stefano Patuanelli. A margine dell’incontro organizzato da Leoluca Orlando, in qualità di presidente dell’Anci, coi sindaci danneggiati dal fuoco, non sono mancati gli attacchi al governo Musumeci: “Credo sia evidente che non manca personale, mancano forse dei mezzi e manca forse un maggiore coordinamento e forse i piani regionali non sono sempre aggiornati e attuati”. Le parole di Patuanelli sono state l’eco di una protesta avviata qualche ora prima da Giancarlo Cancelleri, leader siciliano dei Cinque Stelle e sottosegretario alle Infrastrutture: “La Sicilia, in particolar modo, tra la fine di luglio e questi primi giorni di agosto, ha subito attacchi che hanno devastato centinaia di chilometri di macchia mediterranea, ha distrutto aziende agricole riducendole sul lastrico e ucciso tantissimi animali. Se da un lato la colpa è di farabutti che dobbiamo assicurare alla giustizia – vi prego non propinatemi la favola dell’auto combustione, è solo una menzogna – dall’altro è sotto gli occhi di tutti il fallimentare piano di prevenzione degli incendi messo in piedi dal governo regionale – attacca il sottosegretario -. Musumeci ha parlato di avere un piano di prevenzione già a maggio, ma la verità è venuta fuori quando oramai gli incendi erano scoppiati, solo ad agosto infatti è stata firmata la convenzione con i Vigili del Fuoco. Troppo tardi, colpevolmente tardi”.

All’attacco di Patuanelli, invece, si sono lanciati Alessandro Aricò e Sergio Tancredi, rispettivamente capigruppo di Diventerà Bellissima e Attiva Sicilia, che ormai fanno comunella: “Ci chiediamo con quale faccia il ministro Patuanelli venga in Sicilia. A discutere di cosa, dopo avere massacrato il comparto agricolo siciliano sottraendo risorse, penalizzando il presente e compromettendo il futuro dei tanti giovani che vedevano nella coltivazione della terra una nuova speranza di occupazione. Della sua solidarietà per gli incendi che stanno devastando la Sicilia non sappiamo cosa farcene, visto che è responsabile in prima persona dell’abbandono di quelle terre che incoltivate e prive di presidi sono facile preda del fuoco e dei criminali che lo propagano. Patuanelli i voti vada a cercarseli altrove, chieda scusa alla Sicilia e passi ai fatti perché delle sue promesse e delle sue assicurazioni non sappiamo cosa farcene, considerando anche che l’accordo siglato sulla Pac 2023-2027 ha comportato una riduzione dei fondi per l’Italia per oltre 6 miliardi di euro, come da lui stesso ammesso”. Anche con la Sicilia che brucia, c’è spazio per la polemica quotidiana.

Le opposizioni chiedono una seduta straordinaria all’Ars

“Una seduta d’aula straordinaria entro il 20 agosto per discutere dell’emergenza incendi che sta devastando l’Isola e per capire cosa ha intenzione di fare l’esecutivo Musumeci, oltre a dichiarare lo stato di crisi e d’emergenza e a mettere qualche piccola toppa a devastazione ampiamente compiuta: occorre individuare di chi sono le responsabilità e quali misure di prevenzione dei roghi sono state ignorate”. La chiedono al presidente dell’Ars le opposizioni al governo regionale: M5S Pd, Cento Passi e Italia viva, che in tal senso inoltreranno richiesta formale a Miccichè. “Confidiamo – dicono i quattro partiti – che la richiesta venga accolta. La situazione è tragica, checché ne dicano alcuni esponenti dei gruppi di maggioranza che provano a buttarla in caciara, addossando le colpe al governo nazionale. Non capiamo, e dobbiamo capirlo, come sia stata possibile questa progressione degli eventi e come il governo si sia fatto sorprendere da uno degli avvenimenti estivi più puntuali della Sicilia: gli incendi”.

Paolo Mandarà :Giovane siciliano di ampie speranze

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