Un artista di un certo peso “ma non diciamo il peso” precisa ridendo di sé. Perché l’ironia è importante, ma è l’autoironia che fa la differenza. Ex dj, cintura nera di karate, attore e conduttore radiofonico di professione, chef per passione. È questo ma non solo questo Sergio Friscia. Tanti volti, ma nessuna maschera. Capace di farsi espellere dall’asilo – storia vera – e di farsi amare a tal punto da spiccare il volo e festeggiare 30 anni di carriera. “In un mondo dove servono le raccomandazioni e i calci in culo, io non ho né raccomandazioni né calci in culo. Ho solo la mia gente ed è quello che nessun raccomandato potrà mai togliermi”.
Si diploma, studia all’Isef, va a Roma. Inizia a fare il disc jockey in alcune discoteche, poi l’animatore nei villaggi turistici. Non sangue ma simpatia nelle vene che, ben presto, gli assicurano un posto come conduttore nelle radio regionali. Conduce L’imitati, poi Belli sodi. Si dedica al varietà. È nel ‘97 però che entra a far parte della scuderia di Rai 2, tra i comici di Macao. Da lì a breve però il debutto prima in tv, in fiction come Squadra antimafia, poi al cinema tra tutti L’ora legale di Ficarra e Picone. Oggi conduce il programma di punta di RDS insieme ad Anna Pettinelli. Una conduzione per cui vince il premio “microfono d’oro”.
Roma è stata il suo trampolino di lancio ma è a Palermo, la città dove è nato, a cui Friscia è legato a doppia mandata. “Non ho mai acquistato una casa perché nessun altro posto potrà mai essere casa mia. Mi mancano il mare e i nostri profumi. Mi manca vivere con i nostri tempi. Sono uno fortunato che ha fatto il mestiere che ha sempre amato fare, ma purtroppo altrove. A Palermo ho tutto. Ho la mia mamma, i miei vecchi amici. Le arancine no, perché se la montagna non va da Maometto è Maometto che trova una soluzione e quindi ho trovato un piccolo angolo di Palermo che fa delle ottime arancine anche qui, a Roma”.
Nel 2019 sarà di nuovo al cinema con “Free”, il film di Fabrizio Maria Cortese in cui veste i panni di un killer goffo. “Il prossimo film lo farò con De Niro – afferma Friscia che serio lo sa essere ma non per troppo tempo -. Mentre aspetto, mi dedico ai miei progetti. Ho scritto un libro autobiografico intitolato ‘Un Girovita da mediano’. Perché sì, il cibo è vita per noi. Il nostro è un popolo sposato allo schiticchio. È a tavola che ho scritto le cose più belle. Credo nei valori che mi hanno insegnato i miei genitori, nella politica dei piccoli passi. Nelle cose semplici. E una cena con i tuoi affetti più cari non ha alcun prezzo”.
Tante le passioni di Sergio Friscia, alcune note altre inedite come quella per il mare. E non come quella che nutrono i siciliani di mare aperto che hanno spiccato il volo. Una passione più intima, nata grazie ad un brevetto da sub, che lo porta a girare il mondo sottacqua. “Da palermitano il mio elemento è l’acqua. Se mi chiedessero ‘dove vorresti vivere tra tanti anni’ risponderei ‘su una barca’. Non vorrei né villoni né villini. Vorrei continuare a scoprire i fondali più belli del mondo. E, tengo a precisare, i più belli che io abbia mai visto si trovano proprio a Favignana, a Marettimo e a Ustica”. Un endorsement alla sua terra, un modo per andare via senza dimenticarsene mai.