Le elezioni provinciali in Sicilia si trasformano in un detonatore per le tensioni interne a Forza Italia. A lanciare l’allarme è Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, che denuncia apertamente le spaccature interne e chiede un intervento immediato al presidente della Regione Renato Schifani: «Caccia i mercanti dal tempio, Forza Italia parli con una voce sola». Mulè lancia un appello urgente a intervenire, dopo un voto che – seppur positivo in alcune aree – ha mostrato tutte le crepe nella gestione del partito: «È mancata la capacità di fare sintesi. Oggi rischiamo di commentare comunque un successo, ottenuto però in modo distruttivo e non inclusivo. Trasmettendo l’idea di una guerra tra bande».
Tra i casi più controversi, quello di Trapani, dove – secondo Mulè – si è perso perché «il capogruppo all’Ars Stefano Pellegrino fa votare il candidato appoggiato dal centrosinistra. E lo fa avendo le sue ragioni, non essendo stati affrontati i problemi del partito in quel territorio». Stessa dinamica ad Agrigento, dove si parla di «toppe, buche e voragini» nella gestione politica.
Il malcontento è esploso dopo la sconfitta di Enna, dove l’europarlamentare Marco Falcone ha denunciato un «consociativismo non più occulto» e accusato la deputata forzista Luisa Lantieri di aver favorito il centrosinistra. «Porteremo la questione sui tavoli nazionali», ha aggiunto l’ex assessore all’Economia, criticando anche il coordinatore regionale Marcello Caruso, “reo” di voltarsi dall’altra parte di fronte ai tradimenti della coalizione. Nonostante il caos interno, Schifani e Caruso parlano di risultati soddisfacenti. Il governatore definisce le provinciali un successo, mentre Caruso rivendica il “lavoro sinergico” tra vertici, deputazione e amministratori locali, citando Palermo e Catania come esempi. Ma Mulè non ci sta: «Dire che va tutto bene sarebbe il peggiore servizio per il partito».
Tra le poche note liete, secondo Mulè, il buon risultato di Gianluca Inzerillo a Palermo, che ha ottenuto il 15% dei voti di lista «pur potendo contare solo su sé stesso, visto che una parte di Forza Italia non lo ha aiutato». Un segnale ulteriore della frammentazione interna, che ora rischia di trasformarsi in una vera e propria resa dei conti.