C’è una Forza Italia con Miccichè e una Forza Italia contro. A sollevare un problema di leadership sono stati un paio di deputati nazionali, Francesco Scoma e Nino Germanà, che con una nota hanno chiesto il passo indietro di Miccichè da commissario regionale: “Quando Bertinotti, Casini e Fini vennero eletti presidenti della Camera dei deputati lasciarono la guida dei loro partiti — hanno detto a “Repubblica” — scelte di buon senso istituzionale e politico, per evitare di dover ricoprire contemporaneamente ruoli tra loro incompatibili. Ebbene la Sicilia sfugge a questa regola di correttezza istituzionale, visto che il suo parlamento regionale è presieduto da un segretario regionale di partito che quindi veste a volte la divisa dell’arbitro e a volte la maglietta di capitano di una delle due squadre. Forza Italia in Sicilia ha bisogno di una guida a tempo pieno e non parziale che rilanci il partito e lo apra a un ampio confronto interno e con tutti i suoi militanti”. I due sono andati oltre, inviando una lettera a Silvio Berlusconi con cui invitano l’ex premier a fare la voce grossa: “Il presidente Berlusconi, uomo al quale siamo legati politicamente e affettivamente da oltre 25 anni, potrà certamente intervenire per una annosa questione che configge nella politica siciliana”. Sulle stesse posizioni di Scoma e Germanà sono altri deputati nazionali di FI, che anche nelle scorse settimane hanno avuto da ridire sulla gestione del partito: da Stefania Prestigiacomo, ex ministro, a Giusi Bartolozzi, che è pure compagna dell’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao.
Paolo Cesareo
in Il sabato del villaggio
Forza Italia, fronda romana contro Micciché
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