Arriva il quarto emendamento annunciato dal governo sulla manovra. La proposta di modifica rimodula i fondi stanziati per il Ponte sullo Stretto prevedendo una riduzione degli oneri a carico dello Stato di 2,3 miliardi di euro (su un totale di circa 11,6 miliardi dal 2024 al 2032). Le risorse risparmiate dallo Stato saranno recuperate dal Fondo di sviluppo e coesione: 718 milioni arrivano dalla quota del fondo destinata alle amministrazioni centrali e 1,6 dalla quota destinata alle regioni Calabria e Sicilia. E quest’ultimo punto appare come una “vendetta” rispetto alla decisione di Schifani, maturata in giunta, di una “ulteriore riflessione sulla determinazione, al ribasso, dell’ammontare del contributo che la Regione Siciliana dovrà destinare alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina”.

Formalmente, la decisione del governo regionale è legata a impegni già assunti da Musumeci: nel Piano sviluppo e coesione (Psc) 2021-2027 “dovranno essere inserite alcune delle opere già programmate dal precedente esecutivo regionale, nonché altri nuovi interventi di forte impatto economico e strategico”. Anche se, stando alla ricostruzione de ‘La Sicilia’, la riduzione dello stanziamento sarebbe dovuta, più che altro, al mancato intervento di Salvini per le rimozione dell’assessore Roberto Di Mauro, responsabile dell’energia e dei presunti ritardi sulla realizzazione dei termovalorizzatori.

La parziale conferma di questa teoria giunge da Raffaele Lombardo, leader Mpa, che ieri ha tirato un siluro al presidente della Regione, ingraziandosi il Ministro: “Dal momento della fondazione del Mpa abbiamo creduto nel Ponte sullo Stretto come scommessa e speranza per un futuro di sviluppo e di benessere, come sfida ai nostri vizi, come impegno per un’assunzione di responsabilità, presupposto essenziale per una politica autonomistica che valorizzi finalmente lo Statuto. Vediamo che Matteo Salvini ci crede e fino in fondo. E con lui il Governo presieduto da Giorgia Meloni. Bene, molto bene! Le risorse per completare il sistema infrastrutturale verranno, se lo vorremo. Oggi è la sconfitta dei ricattucci, delle minaccette e delle squallide manovre!”, ha concluso Lombardo, con evidente riferimento all’operazione sotterranea di Schifani.

Che però rilancia con una nota affidata ai canali di Palazzo d’Orleans: “Il governo regionale della Sicilia ha sempre espresso totale disponibilità verso la realizzazione del Ponte sullo Stretto, opera che considera strategica, e per questo la giunta si era impegnata a destinare un miliardo di euro di risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027, dandone tempestiva comunicazione al ministro Salvini con una nota del 18 ottobre. La decisione governativa per cui la quota di compartecipazione della Regione Siciliana debba essere invece di 1,3 miliardi di euro non è mai stata condivisa dall’esecutivo regionale. L’auspicio della Presidenza della Regione è che il ministro Salvini si possa attivare per restituire le maggiori risorse sottratte alla Sicilia, necessarie per sostenere importanti investimenti per lo sviluppo dell’Isola”.

In serata fonti del Mit gettano acqua sul fuoco: “Il dossier-Ponte sullo Stretto prosegue come da programma. C’è la totale copertura economica e la giusta partecipazione finanziaria delle Regioni. L’obiettivo è rispettare i tempi, iniziando i lavori nel 2024, per offrire a tutti gli italiani un’opera attesa da decenni”.

Le reazioni

“Finalmente ci siamo: il bluff del Ponte di Salvini è stato smascherato. Dopo settimane di melina, ieri è arrivato l’emendamento del governo sul Ponte. Nell’emendamento viene definito che 2.3 miliardi saranno presi dal Fondo per lo sviluppo e la coesione. Ma non è ancora finita: la gran parte di queste risorse (circa 1.6 miliardi) verranno prelevate dal bilancio di Calabria e Sicilia. A tutti gli effetti una rapina! Quindi questo governo annuncia che il Ponte sarà un’opera strategica per tutta l’Italia ma andrà a pagarla per una parte consistente con i soldi di Sicilia e Calabria. Soldi che così verranno tolti alla sanità, ai comuni, alle autostrade. Dimentichiamoci dunque anche l’alta velocità. Quindi tagliamo risorse alle regioni per far giocare Salvini con il suo Ponte. Ma la domanda è d’obbligo: caro presidente Schifani come può essere che il governo nazionale di centro-destra che ha dentro il tuo partito, cioè Forza Italia, non t’aveva già avvertito di questo ulteriore scippo? Ma allora è vero che non conti proprio nulla. Schifani, se non sei capace di farti rispettare allora è chiaro a tutti che devi dimetterti”. Così Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord.

“Sul Ponte sullo Stretto il presidente della Regione, Renato Schifani, si è incartato. Ieri infatti il governo nazionale ha annunciato che gran parte delle risorse arriveranno dalle quote del Fondo di sviluppo e coesione destinate alla Sicilia e alla Calabria. Adesso Schifani dica ai siciliani quante e quali opere saranno sacrificate sull’altare di Salvini grazie a questo scippo perpetrato, a suo dire, in modo non concordato, ai danni della Sicilia”. Lo afferma il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo a proposito della decisione del governo Meloni di rimodulare i fondi stanziati per il Ponte sullo Stretto, riducendo gli oneri a carico dello Stato. “Che l’iniziativa non sia stata concordata tra Regione e governo centrale – aggiunge – è un aspetto ancor più grave. Fino ad ora, infatti, era stata sbandierata, come da prassi propagandistica, la concordia e l’unità di intenti tra i due governi di centrodestra. Tutto fumo negli occhi della Sicilia e dei siciliani – prosegue – che devono accollarsi da un lato, le fandonie del ministro Salvini, che utilizza il Ponte sullo Stretto per fare campagna elettorale in vista delle prossime europee ma accollando ora i costi solo a Sicilia e Calabria. E dall’altro un presidente della Regione inerte che – conclude – si comporta da fedele scudiero del sovrano, limitandosi a partecipare a inaugurazioni farlocche per infrastrutture, in alcuni casi, di livello poco più che medievali”.

“L’ennesima scelta scellerata di un governo nazionale di incapaci che vuole affossare definitivamente la Sicilia, finanziando la campagna elettorale di Salvini con i soldi per le nostre strade e per le altre indispensabili infrastrutture che ci mancano e che frenano lo sviluppo della nostra isola. Tutto ciò non solo è inaccettabile, è anche vergognoso e faremo di tutto perché ciò non avvenga. La riprogrammazione dei fondi di sviluppo e coesione deve passare delle commissioni Bilancio ed Ue dell’Ars, dove faremo le barricate” Lo affermano il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca e il collega Luigi Sunseri, presidente della commissione Ue dell’Ars, a commento della manovra del governo nazionale che rimodula i fondi stanziati per il ponte, vincolando una grossa fetta dei fondi Fsc destinati alla Sicilia. “Speriamo- concludono i due deputati – che Schifani scopra il vero volto di un ministro che ha difeso fino a qualche giorno fa e faccia finalmente gli interessi dell’isola che dovrebbe governare al meglio e non quelli del centro destra di cui indossa la casacca. Abbiamo assistito ad un mese di annunci basati sul nulla, senza il supporto di alcuna carta ufficiale. Senza un progetto esecutivo nulla può essere finanziato, men che meno le ambizioni di un ministro che cerca gloria e voti sulla pelle dei siciliani”.