M a al punto in cui siamo a quale antimafia dobbiamo credere? Quella giudiziaria è naufragata con Silvana Saguto, giudice delle misure di prevenzione, e con tutte le scempiaggini che la magistratura è riuscita a combinare nei processi che a Caltanissetta avrebbero dovuto comunque scrivere una verità sulla strage che costò la vita 26 anni fa a Paolo Borsellino e agli uomini della sua scorta.

Quella legalitaria di Antonello Montante e della sua Confindustria è finita ancora peggio: arresti, indagati, mascariamenti di ogni genere e qualità. Non resta che l’ardore di Fiammetta Borsellino, figlia di Paolo, che ha avuto il coraggio di incontrare in carcere i fratelli Graviano per convincerli a dire sulle stragi quello che ancora non hanno detto. Un’antimafia estrema, quella di Fiammetta. Figlia non di una speranza, ma della disperazione.