Nella Repubblica marinara di Sicilia – tra ponti che si vedono dietro l’angolo e barche cariche di soldi – divampa l’allegria. Le osservazioni della Corte dei Conti su un rendiconto non “conforme alle scritture”? Cancellate. Le irregolarità segnate con matita blu dai giudici contabili? Dimenticate. E’ la festa del perdono. Ammiragli, nocchieri e ufficiali di coperta sono schierati – pettoruti e ginnasticati – sui ponti di comando per intonare inni di gloria a Santa Giorgia dei Miracoli, al “gioco di squadra” e all’emendamento chiamato “Salva Sicilia”: una norma, infilata nella manovra di fine anno, che salvando i destini dell’Isola, così si spera, salva pure la faccia di Nello Musumeci e di quell’assessore al Bilancio che per cinque anni ha piritolleggiato tra Roma e Palermo impastando bluff e giochi d’azzardo. Scurdammoce ‘o passato, in alto i calici. Cin cin.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Festa del perdono a Palazzo d’Orleans
gaetano armaonello musumecirenato schifani
-
Articoli Correlati
-
Via libera di FdI
Riggio all’aeroportoBeata ragionevolezza. E beata la capacità, che ogni tanto la politica ritrova, di guardare agli…
-
C’è aria di festa
nel retrobottegaProvate e tendere l’orecchio verso Palazzo d’Orleans. Capirete, dalla musica e dal fracasso, che nel…
-
Il dritto e il rovescio
di uno spot di SchifaniDopo la giravolta sull’autonomia differenziata e la capriola sulla riconferma di Marco Betta al vertice…