C’è fermento in Consiglio comunale a Palermo. C’è chi cambia volto per rimanere opposizione – dall’esperimento Gelarda-Lega alla “fuga forzata” di Forello dal M5S – e c’è chi rimane sempre uguale a se stesso, battagliero, tenace e sotto scacco di un sindaco che proprio non riesce a tollerare. Parliamo di Fabrizio Ferrandelli, leader dei Coraggiosi, coraggioso quanto basta. Ma incapace, prima alle urne, adesso da leader dell’opposizione, a sbarazzarsi della presenza ingombrante di Leoluca Orlando. Ci ha provato persino dimettendosi da consigliere – ma occorrevano 21 firme per far “cadere” il sindaco – e facendo le barricate per l’approvazione del Bilancio consuntivo, allo scopo di far giungere un commissario che sciogliesse il civico consesso. Ipotesi sfumata nelle battute finali. Davide contro Golia, una storia che si ripete.
Ferrandelli è uno che parla, e agisce pure. Postorlandiano di ferro, scappato dall’abbraccio mortale del sindaco dopo la “convivenza” a sinistra, adesso guarda all’orticello di Musumeci per rilanciarsi. E’ amico di Diventerà Bellissima, movimento governativo con il quale è doveroso confrontarsi dato che a palazzo della Lapidi non trova sponde. Ma proprio Forello, con il quale si confronta domenica sul futuro di Palermo, potrebbe servirgli un’alleanza sul piatto d’argento: “Noi per dna siamo trasversali. Discutere con persone valide è un nostro dovere. Parlare di nuovo campo comune sarebbe prematuro, ma io allargo le braccia di fronte a Ugo”. Per uscire da quello che non può chiamarsi certo isolazionismo, ma fastidiosissima sottomissione.