Si chiama “Mezzogiorno tutti i giorni”, parte domani e parla di Sud. Conosciuta come la “Leopoldina” (di renziana memoria), il terzo appuntamento siciliano del mini-congresso di Davide Faraone approda in Sicilia dove il partito è defunto (e manca di una vera sede). Al Teatro Santa Cecilia di Palermo va in scena un tentativo di dialogo, anche se l’iniziativa del senatore “dem” non è stata accolta universalmente dal suo mondo. Al renzismo, che oggi tenta una ricostruzione di un’area popolare e riformista, si oppongono al momento tutti gli altri. E non solo nell’Isola. Anche altrove, chi sostiene Zingaretti, lo fa nel tentativo di oscurare la stagione dell’ex premier ed ex segretario che nel Pd, al di là di percentuali bulgare, ha provocato più spaccature che consensi.
La due giorni organizzata da Faraone – il 5 e 6 ottobre – vedrà ospiti illustri: da Graziano Delrio, che non vuole saperne di accettare una candidatura al congresso, a Marco Minniti, da Lorenzo Guerini a Ettore Rosato. Un meeting partecipato da cui tirar fuori qualche tema buono per il Mezzogiorno, dove il Pd vorrebbe tentare di ricostruire un’era post-Crocetta (il presidente è stato assai deleterio per i processi interni al partito) e un’opposizione trasversale al cosiddetto governo del cambiamento. Sebbene non si occupi di richiamare dentro tutti quanti i delusi di sinistra, Faraone tenta la mediazione. Accentua il dialogo. Ridà una speranza. Dice no al populismo dei 5 Stelle.