“Così com’è, la riforma Bonafede apre profili di incostituzionalità ed è ispirata dal puro populismo giudiziario che penalizza le vittime”. Davide Faraone, palermitano, capogruppo di Italia Viva al Senato, tiene la barra dritta sul tema della prescrizione. Con i renziani anche l’appello di Giuseppe Conte è caduto nel vuoto. Il presidente del Consiglio chiede di modificare la riforma del Guardasigilli, sospendendo la prescrizione solo per i condannati in primo grado (non per gli assolti): “Non può esserci il parametro dei condannati sine die – sostiene Faraone in un’intervista al Corriere della Sera – Ricordo il caso Tortora. Si sa com’è finita”. L’esponente di Italia Viva, invece, si dice pronto a discutere sulla riduzione dei tempi dei processi: “Accelerando i processi non ci sarebbe più alcuna prescrizione, invece si agisce al contrario: intanto si rendono infiniti i processi e poi si vede”.
Sul tema, però, Italia Viva rischia di rimanere isolata. Alla Camera, in commissione Giustizia, ha già votato un emendamento di Forza Italia per cancellare la riforma. Una proposta respinta da Pd e M5s: “Ci hanno detto che siamo isolati nella maggioranza sulla prescrizione: è vero, siamo splendidamente da soli a difendere il diritto degli italiani al giusto processo”. Il voto a fianco di Forza Italia potrebbe avere naturali ricadute sul governo, ma “un governo dura finché fa il bene del suo Paese – spiega Faraone senza troppi giri di parole -. Sulla prescrizione continueremo a ricercare miglioramenti necessari in parlamento. Speriamo che tutta la maggioranza rinsavisca, ma se non dovesse essere noi continueremo a votare diversamente sulla prescrizione senza mettere in discussione la tenuta del governo”.