Anche Davide Faraone ha accolto con soddisfazione l’intervento di Zingaretti a Palermo. La linea morbida del governatore del Lazio, le sue parole dai toni decisi ma non forti, sono state manna dal cielo per nuovo leader “isolato” del Pd. Isolato da quel troncone di partito che non sembra volerne sapere di legittimarlo. “Peccato non aver potuto partecipare” si è spinto a dire Faraone riguardo all’appuntamento dell’Astoria Palace. “Come ha detto Zingaretti, sono convinto si possano trovare le condizioni per lavorare insieme”.
Nel frattempo Faraone è stato proclamato segretario dai 180 delegati che hanno preso parte alla prima assemblea del nuovo corso. Mancavano i restanti 120, che si aggregheranno al plotone non appena saranno celebrati i congressi locali nei circoli e nelle federazioni provinciali. Uno dei motivi di disputa che ha portato alla lacerazione del partito a sinistra. Da parte di Faraone è arrivato un ulteriore segnale di apertura nei confronti dei “dissidenti”: è stata lasciata libera la carica di presidente. Mentre, come da accordi elettorali, il ruolo di segretario sarà occupato da Antonio Rubino. Tesoriera è stata eletta per acclamazione Rosanna Montalto. “Siamo chiamati ad una stagione di unità, di grande responsabilità – ha detto Faraone durante il discorso del suo insediamento -. Non mi piace l’immagine della traversata del deserto, troppo triste. Certo, è una sfida difficile ma sappiamo che insieme possiamo farcela. Dobbiamo, però, fare tutti uno sforzo in più, smascherare il grande imbroglio del governo gialloverde e costruire l’alternativa ai demagoghi e populisti che stanno distruggendo il Paese. Questo è il compito del Pd, a Roma e in Sicilia”.