Un magistrato, il gup di Catania, è riuscito laddove Schifani ha fallito. Riunire sotto lo stesso tetto Marco Falcone e Gaetano Armao. Entrambi sono stati rinviati a giudizio nell’ambito del processo sugli Interporti. Avrebbero esercitato pressioni sull’amministratore della Sis per evitare il licenziamento di una dipendente. Le sorti dei “gemelli diversi” siciliani continuano a intrecciarsi. Anche se i rapporti sono più languidi di qualche mese fa, quando i due lavoravano – entrambi e con ardore – alle dipendenze di Nello Musumeci.

Erano due strenui difensori del “bis” e, nonostante le origini forziste, abili frequentatori del “cerchio magico” dell’ex governatore. Armao, da vicepresidente e assessore all’Economia, ha collezionato cinque esercizi provvisori di fila e una sfilza di bocciature dalla Corte dei Conti (anche se l’ultima parifica, “sospesa” dai magistrati, ha finito per gravare sulle spalle del successore); l’altro, dopo aver brillato per l’operatività sui nodi delle infrastrutture, è finito nel pantano del bilancio. Da cui, è evidente, non riesce a tirarsi fuori.

Il lascito di Armao, e la necessità di sostituirlo in giunta oltre che nel cuore di Schifani, si sono rivelati per Falcone un ostacolo quasi insormontabile. Il feeling col presidente della Regione si è sgonfiato subito e qualche divergenza – compresa la trattativa con De Luca sull’emendamento Taormina – stava per costargli il posto. Ma è sulla gestione dell’ultima Finanziaria che si è aperta una crepa profonda. L’impugnativa di Palazzo Chigi ha convinto Schifani della necessità di cambiare: e come, se non commissariando Falcone con lo stesso Armao, pagato 60 mila euro l’anno per occuparsi di fondi extraregionali? Uno sfregio in piena regola. Una ferita che continua a sanguinare. Un voltafaccia difficile da sopportare.

In fase di rimpasto, quando il tagliando sembrava questione di ore, ha iniziato a circolare la voce di un turnover fra i due. Sai che fuochi d’artificio. Ma alla fine la crisi è rientrata, gli assessori sono tutti bravissimi e confermatissimi, e Schifani è l’allenatore perfetto. Nessun passaggio di consegne, almeno per il momento. Armao e Falcone si ritroveranno soltanto in tribunale.