Chi ha avuto la fortuna di dialogare in questi giorni con Luciana Lamorgese, il nuovo ministro dell’Interno, le avrà sentito probabilmente pronunciare un’espressione affascinante che ci può aiutare a capire meglio in che modo nei prossimi mesi potrebbe prendere forma una discontinuità con il passato sui temi legati alle politiche migratorie: “Dobbiamo occuparci di immigrazione rinunciando all’emozione”. Rinunciare all’emozione, quando si discute di immigrazione, significa tentare di districarsi tra due forme diverse ma simmetriche di estremismo, da una parte l’estremismo… L’articolo completo su ilfoglio.it
Claudio Cerasa per Il Foglio
in Buttanissima Italia
L’immigrazione senza emozione
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