A 48 ore dal voto, il governo guarda già oltre. Un sondaggio di Fdi riservato agli iscritti, visionato da Huffpost, interroga la base sullo scenario che si aprirà da lunedì in poi. Il focus è tutto sull’economia: siete preoccupati per quello che vi aspetta? Un’iniziativa in controtendenza rispetto al clima consueto delle campagne elettorali, scandite di solito da promesse più o meno mirabolanti e facce sorridenti. “Cosa prova pensando ai prossimi mesi?”, è la domanda rivolta ai 230mila iscritti. Che possono scegliere tra preoccupazione, fiducia e indifferenza. Ma lo stato d’allerta nel governo si capisce dalle domande successive. “Da 0 a 10 quanto la preoccupa la situazione economica?”. E ancora: “E’ soddisfatto dall’operato del governo nel suo complesso?”

Insomma non sono domande da farsi a due giorni dal voto. Rischiano di ingenerare ansia anche tra i fedelissimi, che a rigore dovrebbero nutrire una certa fiducia. Tanto più che qualche apprensione l’hanno suscitata le voci, poi smentite, sull’addio di Giancarlo Giorgetti al Mef. Il ministro sarebbe contrario a mettere la faccia su anni di tagli, stretto tra i vincoli comunitari, dopo la firma del nuovo patto di stabilità, e le misure già varate e da mantenere. Dalla Ue potrebbe arrivare una richiesta di aggiustamento strutturale dei conti da 10 miliardi. Altri 18-20 miliardi serviranno per confermare anche nel 2025 il taglio del cuneo fiscale per i dipendenti entro i 35mila euro, per mantenere il taglio a tre delle aliquote Irpef e per varie spese indifferibili. La manovra di bilancio parte già con 30 miliardi da trovare. E con una crescita non esaltante – oggi l’Istat conferma non oltre l’1 per cento del Pil – le coperture, gioco forza, andranno trovate nel recupero dell’evasione, nel taglio alla spesa pubblica e nella razionalizzazione di incentivi e misure di deducibilità. Detto altrimenti, tasse. Continua su Huffington Post