Enna, il paradiso della politica

L'ex vicepresidente della Regione Luca Sammartino assieme al segretario regionale della Lega, Nino Germanà

Da Enna, Auditorium dell’Università Kore (il feudo di Mirello Crisafulli), parte la nuova avventura del super tridente di centro, con parziale esposizione a destra: ne fanno parte Raffaele Lombardo, Roberto Lagalla e Gianfranco Micciché, che domenica prossima battezzano il nuovo movimento politico (ancora senza nome). A Enna, nel congresso “fantasma” del Federico II Palace Hotel, la Lega di Salvini ha celebrato il decimo anno del suo radicamento nell’Isola (alla ricerca di una consacrazione che non arriva); e sempre a Enna, non più tardi di una decina di giorni fa, il nuovo commissario Sbardella ha preso in mano le redini di Fratelli d’Italia. Tenterà di rianimarlo come una crocerossina, archiviando un periodo di scontri e fortissime divisioni interne.

Enna può significare il viale del tramonto, ma anche un tentativo di rinascita. Rappresenta, comunque, il crocevia di molti destini. Come nel caso di Lombardo & friends: l’ex governatore un suo partito ce l’ha già, peraltro già federato a livello nazionale con Forza Italia – il Movimento per l’Autonomia – ma va alla ricerca di nuove alchimie, per dare forza ai temi “della solidarietà, dell’accoglienza, dei diritti”. S’è scelto due compagni non di primo pelo: Roberto Lagalla, attuale sindaco di Palermo, è da qualche anno un contenitore di espressioni civiche che spaziano fino al partito di Renzi (è proprio a causa della presenza dei renziani che era entrato in combutta con Schifani); Gianfranco Micciché, storico commissario di Forza Italia, dalla morte del Cav. (e anche un po’ prima) ha dovuto fare i conti con l’appiattimento sulle posizioni schifaniane, rappresentate da Marcello Caruso; e si è spinto al “confino”, complice la decisione di scippargli il distintivo dal petto oltre che l’appartenenza (ha abbandonato il gruppo di FI all’Ars per aderire al misto).

I tre ripartono dal centro, e non c’era soluzione migliore di Enna per rendere il concetto plastico. Enna è la provincia dove il Mpa di Lombardo rivendica la presidenza del Libero consorzio, ma anche quella in cui il Mpa è più strutturato. La nuova creatura non si chiamerà “Stella del Sud”, nome proposto da Micciché e stoppato dagli altri; a fare la differenza saranno i contenuti, le ambizioni, le pretese. Lombardo aveva chiesto il secondo assessore, già da prima delle Europee (quando fece votare la Chinnici, garantendole il seggio a Bruxelles); ma di recente ha dimostrato (almeno a parole) di non voler dare fastidio a Schifani, allineandosi alla sacralità del secondo mandato. Un rito che Micciché interruppe quando c’era di mezzo Musumeci (ma questa è un’altra storia).

Enna rappresenta, inoltre, l’ennesimo tentativo di radicamento della Lega in Sicilia. “Ci siamo da circa una decina d’anni”, ha detto il neo segretario Nino Germanà. Prima di lui, molti avevano tentato di dare un volto meno spregiudicato e più civico – insomma, distante anni luce dall’approccio trumpiano del ministro Salvini – al Carroccio. Prima Angelo Attaguile e Alessandro Pagano coi reduci della prima ora, poi il commissario Candiani da Tradate, a seguire il modicano Minardo, poi la licatese Tardino. Quest’ultima, fatta fuori alla vigilia delle Europee per una forma di incompatibilità fra la posizione di segretario e quella di candidato. Oggi è in sella Germanà, scelto dal dominus Luca Sammartino.

Cioè l’uomo forte, che da remoto indirizza le scelte del segretario e di un paio d’assessori. Il primo è Salvatore Barbagallo, supplente all’Agricoltura (che l’ha rimpiazzato dopo le note vicende giudiziarie che hanno coinvolto il deputato etneo a Tremestieri); l’altro è Daniela Faraoni, responsabile della Sanità. Il figlio è sindaco di Serradifalco nonché commissario del partito a Caltanissetta (nonché potenziale candidato alle prossime Regionali). Il partito è la Lega, che avrebbe espresso forte apprezzamento per la nomina dell’ex manager dell’Asp di Palermo a Piazza Ziino. “Sammartino per noi è una risorsa – ha detto Germanà durante il congresso, a proposito del ritorno del vate all’agricoltura -. È uno di quei leader che non ha bisogno di dirlo perché lo riconoscono gli altri. Purtroppo ha avuto questa brutta vicenda che ormai si è risolta”. In parte.

L’ex vicepresidente della Regione ha dei trascorsi in vari partiti e schieramenti, non ha mai brillato per coerenza, ma brillante lo è di certo. Scaltro, pure. Piace molto a Schifani e Cuffaro e con appena 40 primavere sulle spalle ha un futuro assicurato. A prescindere dal Carroccio, cui ha giurato fedeltà nel corso dei lavori a Enna: “Nella Lega abbiamo trovato una casa e stiamo lavorando per rafforzare la nostra comunità politica”. E’ il concetto del taxi, preso un po’ alla larga: qua o altrove, non cambia molto. Tanto che Sammartino, a ogni elezione comunale, sdoppia le sue liste e far riemergere il Quadrifoglio.

Anche Fratelli d’Italia, a Enna, ha cercato una ripartenza. L’inaugurazione della sede della federazione provinciale, lo scorso 7 marzo, è stato il primo appuntamento del neo commissario Sbardella in Sicilia. Dopo la rovinosa lite fra correnti che ha portato Giorgia Meloni all’azzeramento dei due coordinamenti e Manlio Messina a rassegnare le dimissioni da vicecapogruppo alla Camera. Della Enna patriota, oltre all’immagine sbiadita dell’ex assessore Elena Pagana (originaria, però, di Troina), rimangono i selfie scattati per la prima apparizione del “marziano”: Sbardella avrà l’ingrato compito di ricostruire FdI e di mediare con gli alleati. Intanto per garantire a Ferdinando Croce di rimanere in carica all’Asp di Trapani dopo il disastro dei referti istologici; dall’altro per spartirsi le presidenze delle ex province nella maniera che sta più a cuore ai cacicchi locali. Magari riuscirà a sancire la fine dell’utilizzo spregiudicato del denaro pubblico per iniziative culturali e turistiche, azzoppando la corrente che fa capo al Balilla. Ma a un commissario non si possono chiedere miracoli.

Alberto Paternò :

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