Tutti con Elly, ella per tutti. Avrà anche negoziato malissimo con i socialdemocratici a Bruxelles – visto che il Pd non ha preso la guida del gruppo pur essendo il primo partito – avrà anche perso la commissione Affari economici ma in realtà ella, cioè Elly, insomma Schlein, ovvero la segretaria del Pd, ha avuto esattamente i posti che voleva: ha piazzato dinosauri, vegliardi, oppositori e riformisti in disarmo. E li ha accontentati. Questo voleva e questo ha fatto. “Via i rompiscatole”, la sua parola d’ordine. Ma è stata una quadriglia: una poltrona per tutti, tutte le poltrone per Elly.

L’anguillone metafisico, Nicola Zingaretti, l’ha capito subito, anzi prima di tutti. Da ieri capodelegazione del Pd a Bruxelles, al lamentoso e più giovane Brando Benifei – meno lesto a capire come girano le cose – Zingaretti ha spiegato come si sta al mondo: “Ma perché ti metti contro Elly che tra due o tre anni diventa presidente del Consiglio?”. Ecco. Intorno alla segretaria tira aria di festa. Di più: di trionfo. Sono convinti che Giorgia Meloni potrebbe addirittura non finire la legislatura. Tifano giustamente Matteo Salvini, il genio del Papeete: il vitellone padano in costume da bagno e cocktail in mano è una garanzia per la sinistra. Dunque, i ragazzi di ella, anzi Elly, non fanno che ripetersi: “Anche se Meloni dura, le prossime elezioni le vinciamo noi”. Sicché da alcuni giorni si susseguono racconti apparentemente surreali. Tipo ella, cioè Elly, che riunito il gruppo di collaboratori più amici distribuisce ministeri e descrive come sarà composta la squadra del suo prossimo governo: quasi tutte donne, e che siano giovani come lei, massimo quarantenni, e un ministro delegato a “Lgbtq+”. Pare non abbia prescritto che debbano indossare le Adidas bianche pure loro. Per adesso. C’è un solo problema, tuttavia. Ovvero che non tutti i dinosauri del Pd sono stati (ancora) accontentati e sistemati. Continua su ilfoglio.it