Dal 2015 dirige il corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma (e continuerà a farlo per i prossimi tre anni, è fresca di rinnovo), è l’étoile dell’Opera di Parigi. Ma il futuro di Eleonora Abbagnato, palermitana classe ’78, è al cinema. Verrà prodotto un film ispirato alla sua vita. Un traguardo che la Abbagnato non aveva immaginato. Anzi, come racconta al Corriere della Sera, “mi sarebbe piaciuta una fiction, ma si è presentata l’opportunità di un film, diretto da Irish Braschi”. Così ha accettato, consapevole che la sua carriera, che altrove sarebbe solo agli albori ma per una ballerina di danza classica è avviata verso la conclusione, ha molto da raccontare. Una magia da rivelare.
“Guardando Billy Elliot, mi è passata davanti la mia intera vita. Fin da piccola ho tenuto un diario, poi diventato un libro, Un angelo sulle punte. Ora stiamo selezionando danzatrici per interpretare me bambina, a Parigi”. Che poi è la sua seconda casa, forse la prima. “Ma a dicembre 2019 per via dell’età smetterò di ballare all’Opéra, il limite è 42 anni e lo trovo giusto. Dovrò riconsegnare le chiavi del camerino! Ma sono serena. Sto già pensando al saluto, forse dopo Manon con Friedemann Vogel. Il ministro della Cultura francese mi premierà. In Italia non è ancora successo. Ma Mattarella è siciliano come me. Sono fiduciosa. L’addio vorrei fosse la scena finale del film”.
Ecco. Il film legato a una siciliana bella e di successo. Che esordisce in tv quando ha appena 11 anni e l’anno successivo si trasferisce a Montecarlo, nella scuola di Marika Bresobrasova. Entra nel corpo di ballo dell’Opéra non appena diciottenne. Comincia una scalata all’élite della danza. Nel film troveranno spazio i suoi sogni, la sua ambizione, la sua eterna voglia di superarsi: “La storia di una ragazzina siciliana che porta in sé l’energia dell’isola – racconta Eleonora al Corriere – Un racconto di sofferenza, proprio come Billy Elliot. Roland Petit che dice a mia madre “Sua figlia non è abbastanza elastica, deve praticare la ginnastica artistica”. E fa pressione sulle mie ginocchia. Ne avevano paura tutti, non io. Io ero solo felice. Mi facevo “massacrare” da chiunque con quell’esercizio”.
Un sogno val bene un sacrificio. Forse più di uno. “Oggi basta poco perché le madri arrivino a protestare, anche se io non mi sono mai offesa per come venivo trattata. Nei miei primi anni parigini alle nove a letto. Aspettavo la telefonata di mia mamma in una cabina. Se sforava di un minuto, dovevo rientrare”. Alla lunga le regole pagano. Se c’è il talento si mette bene. Ed Eleonora, che all’Italia è legata dagli affetti (il marito, Balzaretti, è un ex calciatore e attuale dirigente della Roma) apre uno spiraglio per una esibizione a Sanremo: “Con Claudio Baglioni ci conosciamo, porterei volentieri il mio corpo di ballo. Esibirmi? Se il palco è adeguato, perché no…”. Una candidatura in piena regola. Un’occasione da non perdere.