Chi l’avrebbe mai detto? Da ieri scricchiola un’altra figura monumentale dell’antimafia: quella di Maria Falcone, sorella del giudice assassinato 27 anni fa nell’attentato di Capaci, e presidente di una Fondazione alla quale lo Stato assicura sostegno e finanziamenti. Alcuni gruppi impegnati da sempre nella lotta a Cosa Nostra, assieme ai familiari di altre vittime, le rimproverano di avere trasformato la commemorazione del 23 maggio in un festino ecumenico, in una sorta di assoluzione impartita urbi et orbi a tutti i potenti che avrebbero dovuto interrogarsi in questi anni sulle stragi di mafia e hanno invece preferito tacere e non sapere. Per carità, Maria Falcone avrà pure concesso spazio ai lustrini e alle vanità. Ma attenzione: non è che la contromanifestazione di ieri a Capaci abbia dato prova di forza e vitalità. La tanto osannata società civile non c’era.