“La decisione del TAR Palermo sul prezzo dei tamponi sarà impugnata al CGA e, nel frattempo, verrà emanato un nuovo decreto che comunque ripeterà la stessa tariffa”. Lo ha detto l’assessore alla Salute, Ruggero Razza, replicando alla decisione del Tar, che ‘cancella’ il tariffario imposto da una circolare della Regione del 25 settembre, che fissa il tetto di 15 euro per l’esecuzione del test rapido. “Oggi un tampone rapido costa meno di 4 euro e la tariffa fissata è forse persino troppo alta – obietta Razza -. Il Dipartimento per le attività sanitarie e osservatorio epidemiologico spiegherà bene il percorso della determinazione della tariffa, ma non mi pare che si possa anche solo ipotizzare di utilizzare l’emergenza per fare utili oltre il doveroso. È semplicemente immorale”.
La decisione dell’assessorato alla Salute fu impugnata da alcuni laboratori analisi, ritenendo il prezzo stabilito assolutamente inadeguato e diseconomico. Con il ricorso, gli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia hanno sostenuto l’assenza di una norma che legittimasse l’adozione di tale provvedimento, rilevando, inoltre, che la tariffa sarebbe stata determinata in assenza di qualsivoglia istruttoria volta, se non ad una concertazione con le associazioni di categoria dei laboratori di analisi, quanto meno ad una audizione o consultazione delle stesse. Inoltre, con il ricorso è stato rilevato come la tariffa sarebbe stata determinata in assenza di un’apposita analisi volta ad individuare i dati di costo e i prezzi di mercato. “In particolare – come si legge in una nota dei due legali – l’assenza di qualsivoglia analisi di mercato avrebbe fatto sì che l’Amministrazione regionale fissasse una tariffa del tutto disancorata non solo da quelle normalmente applicate dai laboratori – sia in Sicilia che nelle altre Regioni – ma, addirittura, avulsa dagli stessi costi di produzione. Il prezzo imposto dalla Regione siciliana (15 euro), secondo i ricorrenti, è diseconomico, irragionevole ed inferiore rispetto a quello previsto nelle altre regioni nonchè a quello riconosciuto ai Medici di medicina generale e ai Pediatri di libera scelta”.
Il Tar ha rilevato come il provvedimento di determinazione delle tariffe risulta viziato giacché adottato “in assenza di una norma attributiva del potere” e ha rilevato l’illegittimità di una “tariffa regionale imposta” da una semplice “direttiva” o circolare dell’Assessorato della Salute. Con la sentenza, il Giudice Amministrativo ha, inoltre, sottolineato come la “determinazione della tariffa regionale non è stata preceduta: da un’apposita indagine di mercato volta ad individuare i prezzi applicati dalle ditte produttrici ai laboratori privati; da una reale valutazione dei costi relativi ai DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) necessari per l’esecuzione in sicurezza dei test rapidi; da un effettivo esame dei costi connessi al personale necessario per effettuare, processare e refertare i test nonché per registrarne l’esito sull’apposito sito informatico regionale; da una valutazione dei costi di smaltimento dei rifiuti speciali (DPI e test utilizzati)”. Per effetto della sentenza del TAR Palermo viene meno l’obbligo per i laboratori privati di applicare il tetto dei 15 euro.
Ma di fronte alla “sfida” lanciata dall’assessore Razza si cerca un compromesso: “In Puglia il costo del test antigenico è 22 euro, in Campania 25. La sentenza annulla un atto generale che è la circolare regionale. Ma sarebbe opportuna una concertazione in vista di un nuovo provvedimento”, spiega l’avvocato Impiduglia. Il coordinatore dell’intersindacale dei laboratori convenzionati, Domenico Marasà, sostiene che “bastava convocarci e fare una bozza di contratto. Speriamo che si decidano a farlo adesso. I laboratori ora possono fare le loro tariffe – dice Marasà – ma daremo indicazioni di non superare 20-25 euro. Non possiamo dimenticare il nostro ruolo sociale a fianco dei pazienti. Il rischio è anche che con prezzi eccessivi, la gente smetta di sottoporsi al tampone e sfuggano i positivi”.
Coronavirus: i numeri di sabato
Risale il numero dei positivi, sono 836, al Covid19 registrato nelle ultime 24 ore in Sicilia, con 25.710 tamponi processati. Negli ospedali continuano a diminuire i ricoveri che adesso sono 1.405; 21 in meno rispetto a ieri e scendono anche quelli in terapia intensiva che sono 177, 5 in meno rispetto a ieri. Le vittime sono state 23 e portano il totale dei decessi a 3.657. Gli attuali positivi sono 39.266, con un decremento di 288 casi rispetto a ieri. I guariti sono 1.101.