Tremate, tremate: Musumeci si è svegliato. E si è svegliato con la scimitarra in mano per mozzare la testa del giovane Nicola Calderone, fino a ieri presidente dell’Esa, l’ente siciliano di sviluppo agricolo al quale l’implacabile Governatore della Sicilia ha promesso morte subitanea. L’Esa, secondo il perentorio auspicio del bullo che affianca Musumeci a Palazzo d’Orleans, dovrà essere sciolto. Uomini e mezzi passeranno in blocco nei ranghi dell’assessorato per l’Agricoltura; mentre i soliti furbetti del quartierino, esperti in affari con la Regione, già si preparano al colpo grosso. A loro non interessano i borghi rurali. A loro interessa l’unica perla ancora intestata al patrimonio dell’ente: ed è quel maestoso palazzo, ricoperto d’edera, che si affaccia su via Libertà, nel centro di Palermo. Quando sarà messo in vendita per essere svenduto? Ah, saperlo.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Ecco chi aspetta la morte dell’Esa
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