“Ve ne pentirete…”. Le parole di Matteo Renzi risuonano in Senato, dove l’approvazione (scontata) della manovra diventa l’occasione per un regolamento di conti. Il leader di Italia Viva ha appena dato del “camerata” al presidente del Senato. “Camerata La Russa, lei deve abituarsi a rispettare le opposizioni in quest’aula”, afferma, mentre Ignazio La Russa lo invita ad andare avanti e non protestare perché, dice, non c’è nessuno schiamazzo. Renzi è convinto del contrario: “Se lei non avverte i rumori, signor presidente, è per colpa dell’età incipiente…”.
Corrono affettuosità, sulla linea Meloni-Renzi. Ad accendere gli animi è la norma ribattezzata anti-Renzi, quella che fissa il divieto di percepire compensi per incarichi da paesi extra Ue, per fare un esempio nei paesi del Golfo Persico, a meno di non voler consegnare tutto il ricavato all’erario pubblico. La maggioranza vuole imporgli di scegliere tra l’attività di conferenziere – da ultimo in Qatar, con Barack Obama, Tony Blair e Boris Johnson – e quella di senatore. Renzi, secondo la norma, potrebbe scamparla, ma solo per importi sotto i 100mila euro, piegandosi a chiedere di volta in volta il permesso al presidente del Senato. Ma a giudicare dalla seduta di oggi, non sembra averne granchè voglia. “Io sono come il Cavaliere nero di Gigi Proietti”, tuona mentre lascia l’emiciclo ed entra il Transatlantico, come a voler dire che, per il loro bene, non lo devono importunare. Continua su Huffington Post