Io credo che questa guerra, orribile come tutte le guerre, terribile di più per noi perché vicina, in qualche modo “familiare”, non distante per continenti, storia e religioni diverse… credo che questa guerra ridefinirà un po’ la nostra cultura, i nostri abiti politici, le nostre scale di valori.

Perché io devo ammettere che ho difficoltà a comprendere e accettare le posizioni ben riassunte dal murales di Roma: “Né con la loro guerra, né con la loro pace”. Ho difficoltà a capire l’equidistanza fra l’aggressore e l’aggredito, fra chi lancia le bombe e chi ne è il bersaglio.

Mi pare come se un marito geloso uccide la moglie perché lo tradiva e noi diciamo che non stiamo né con l’adultera né con l’assassino, mettendo di fatto adulterio e omicidio sullo stesso piano, in qualche modo assimilando i due comportamenti nel nostro sdegnoso distacco. Anzi nel caso particolare più che con l’adultera Ucraina ce la pigliamo con l’amante “occidente” (cioè Usa ed Europa, che detestiamo da tempo, a prescindere e sovente a ragione), ce la pigliamo con l’amante occidentale il quale doveva aspettarselo che dalla relazione fedifraga con l’Ucraina non potesse venire che la morte. Quindi l’omicidio è un po’-molto-totalmente colpa dell’occidente.

E lo so che questa linea del “Né-Né” conta molti autorevoli sostenitori, prevalentemente fra quell’area della sinistra terzomondista e nostalgica dell’URSS ma soprattutto antiamericana e molti altri (oggi timidi ma in passato attivissimi) nella destra neofascista/sovranista che trova, comprensibilmente, in Putin un punto di riferimento politico internazionale, quella destra che con personaggi vicini allo Zar di Mosca ha avuto in passato intensi e cordiali rapporti. Questo ossimoro politico che collega veterocomunisti e neofascisti nella ricerca di attenuanti a Putin mi pare un segno di questi tempi orribili.

E’ evidente che si possono avere le idee più diverse e tutte legittime sulla sanguinosa storia dell’Europa e sul confronto fra le superpotenze, sul gigante cinese e sulla Palestina, sull’Afganistan e sulla minaccia islamica, ma mi chiedo anche se ciò che sta accadendo non interroghi ciascuno di noi, non chieda a ciascuno di noi: tu da che parte stai?

Perché non so a voi, ma a me quelle immagini, quelle bombe, quei carri armati, quei discorsi dei due presidenti, quei cadaveri, quegli arresti in piazza a Mosca, a me chiedono: tu da che parte stai?

Ecco, per noi democratici, di sinistra (per quello che vale ancora questa categorizzazione) noi che siamo per la libertà di parola, di opinione, di stampa, noi che siamo per l’autodeterminazione dei popoli, noi che ripudiamo “la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, per noi che preferiamo i paesi in cui i presidenti cambiano ogni tot anni perché ci sono elezioni che si vincono e si perdono e non ci sono presidenze a vita, per noi in questa guerra, qual è la nostra parte?

E possibile stare dalla parte di Putin? E’ possibile chiedere che l’Ucraina si arrenda ad un regime neo-feudale guidato da un dittatore che governa attraverso una compagine di valvassori miliardari che si sono appropriati delle risorse del popolo russo per accumulare patrimoni personali inenarrabili? E possibile essere equidistanti dinanzi a un sistema spietato, che nega ogni libertà fondamentale dell’individuo, che avvelena gli oppositori, o li uccide altrimenti, o se proprio non riesce a eliminarli li butta in galera per anni? E’ possibile dare la colpa a qualcun altro se decine di migliaia di giovani russi, a cui non frega nulla dell’Ucraina, vengono mandati a morire nel gelo della steppa perché il nuovo dittatore si sente vagamente minacciato dalla libertà altrui? E’ possibile accettare che la libertà degli ucraini, come quella dei moldavi, dei lituani, degli estoni, dei lettoni, dei polacchi, dei finlandesi, dei georgiani sia vista come una minaccia dal ras di Mosca? E’ possibile non cogliere il manicheismo di ragionamenti tipo “evitiamo con la resa i massacri dei civili”, come se i civili si suicidassero su istigazione di Zelensky quando invece basterebbe un ordine del presidente russo per far cessare all’istante ogni morte, ogni lutto, ogni devastazione?

Le ragioni storiche sono tutte buone e servono, a posteriori, a valutare, comprendere meglio, ma oggi chi ha invaso chi? Chi ammazza chi?

Premesso che siamo tutti per la pace e che chiediamo una soluzione negoziata delle controversie fra Russia e Ucraina, ma premesso anche che intanto c’è la guerra con morti e distruzioni, ciò premesso, oggi la nostra parte è quella di chi bombarda o di chi viene bombardato? Quella di chi assale o di chi si difende?

La nostra Costituzione, che recita all’art. 11 quella frase sul ripudio della guerra che ho citato prima, la buttiamo via, la abroghiamo? La vogliamo cambiare e scrivere magari così, “La Repubblica ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli a meno che tali popoli non infastidiscano Putin e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali a meno che non sia la Russia a invadere un altro paese sovrano e in ogni caso la colpa sarà degli americani”? La vogliamo cambiare così?

Io sono pieno di dubbi su moltissime cose in questa guerra. Ma credo che la posta in gioco sia talmente alta, la differenza di valori in campo talmente netta che scegliere quale sia la nostra parte dovrebbe essere chiaro. Dovrebbe.

(tratto dal blog Strummerleaks)