Ormai invecchiato, fisicamente stanco e psicologicamente estraneo a un tempo che non riconosce più come proprio e dal quale non viene più riconosciuto, in una delle ultime scene di “Un mercoledì da leoni” il non più giovane Matt guarda negli occhi gli amici surfisti con cui ha cavalcato le onde più alte della vita e, lapidario, scandisce: “È tutto finito”.
È tutto finito, dunque. È finito il sogno di un partito liberale più o meno di massa che, piazzato al centro dell’agone politico, scardinasse a colpi di realismo un bipolarismo stanco non senza fondamento ribattezzato “bipopulismo” durante la scorsa campagna elettorale. Si è esaurita la retorica dei competenti contrapposti ai demagoghi. Si è persa la speranza di richiamare alle urne su base razionale i milioni di elettori cosiddetti moderati che negli anni hanno trovato rifugio nell’astensionismo, in cuor loro continuando a sperare che qualcuno un giorno si dimostrasse all’altezza di rappresentarli senza per questo obbligarli a turarsi mio naso nell’atto del voto.
La gente, ormai, ride. E quando la gente ride significa che, appunto, è tutto finito. Continua su Huffington Post