Il turismo siciliano non ruota attorno ai servizi (arretrati), né alle infrastrutture (ferme): ma ai cavalli. Lo ha mostrato a più riprese Nello Musumeci, capace di finanziare per 10 milioni di euro la stazione equina di Ambelia, che sorge a pochi chilometri dalla sua Militello. Una serie di investimenti (adesso nascerà pure un ristorante) propedeutici all’organizzazione della Fiera Mediterranea del Cavallo, che qualche mese fa – da fonti istituzionali – ha visto l’affluenza di oltre trentamila persone in tre giorni. Il secondo appuntamento è fissato per il prossimo maggio. Ma l’attesa è già fervente. La Regione, infatti, presenterà questo prestigioso evento alla 121.ma edizione di Fieracavalli, a Verona, dove da oggi è ospite con un mega padiglione da 150 metri quadrati, situato all’ingresso del polo. E’ più grande dello scorso anno e prevede un’area istituzionale e una espositiva, oltre a un percorso per le degustazioni. Per non farsi mancare nulla, la Sicilia interverrà con quattro differenti razze equine: i cavalli purosangue orientale e Sanfratellano e gli asini Panteschi e Ragusano. Non ci batte nessuno.
Esporre a Verona ci costerà anche un bel gruzzoletto, ma un cavallo val bene una messa. Lo ha spiegato il governatore, a cui non può non essere riconosciuta una coerenza di fondo: “Anche quest’anno – ha detto Musumeci – saremo presenti alla 121.ma edizione della Fiera di Verona. L’obiettivo è la valorizzazione del mondo equestre che nell’Isola attualmente può contare su centinaia di aziende attive nel settore. Un progetto che punta a rafforzare un elemento del turismo siciliano, oltre a tutelare e conservare la biodiversità animale”. Sarà un pallino, o una fissa, poco importa. Ma l’attenzione sul mondo equestre è elevata, quasi spasmodica. Si pensi che nell’ultimo “collegato”, rimasto sguarnito di tutte le voci di spesa, il presidente della Regione ha provveduto alla “sistemazione” della pianta organica dell’istituto per l’incremento ippico, ottenendo di declassare parte dei 30 amministrativi a palafrenieri. O i cavalli, povere bestie, sarebbero morti di fame. Come i siciliani fuori da palazzo d’Orleans. Pure a questo bisognerà rimediare, e non basterà una fiera.