E Palermo va a Rotoli

Fabrizio Ferrandelli, consigliere comunale di +Europa, è il leader dell'opposizione a Palazzo delle Aquile

Anche un uomo “scafato e dallo stomaco forte”, come si autodefinisce Fabrizio Ferrandelli, di fronte allo scempio del cimitero dei Rotoli non ci ha più visto: “Sono stato male – racconta a due giorni dalla visita, documentata anche sui social –. Quella dei Rotoli è una situazione che tutti conoscevamo, sia noi che l’Amministrazione. Ma non mi ero reso conto che fosse così fuori controllo. Sono andato via turbato”. “Quel cimitero – insiste il consigliere comunale di + Europa, leader dell’opposizione – sembra un teatro di guerra. Ma non è soltanto il deposito stracolmo. Anche le stanze che prima erano adibite ad altro, adesso, si ritrovano piene di bare accatastate. E persino il parcheggio. E’ una situazione devastante”. Gli aggettivi non bastano più. E l’ispezione si è resa necessaria dopo le ultime inchieste giornalistiche. Quasi cinquecento bare, con un’etichetta per riconoscere i defunti, sono in attesa di una degna sepoltura. “I dipendenti – continua Ferrandelli nel suo racconto – sono costretti a lavorare in condizioni assurde e usano la calce per coprire il percolato che viene fuori dai feretri”.

Il suo è uno scenario catastrofico. Possibile che nessuno se ne sia accorto prima?

“Le dirò di più. Sa cosa si è inventata l’Amministrazione? Una sorta di tendone, nella sezione antecedente la chiesa, dove accatastare altre centinaia di salme: senza un adeguato sistema di refrigerazione, come fosse un campeggio. Ma ci rendiamo conto? Che fine ha fatto la dignità?”.

Questa vicenda offre parecchi spunti e, sotto la superficie delle cose, denota una povertà etica e culturale senza precedenti.

“Ci sono due aspetti da considerare. Uno di carattere igienico-sanitario: se esponi le salme alle intemperie, mentre il corpo è in decomposizione, il percolato supera la piombatura e viene fuori. Può essere corrosivo, acido e dannoso per l’ambiente. Dopo di che c’è un aspetto che attiene all’etica pubblica e ai diritti civili: della sepoltura dei morti si occupavano anche gli antichi poeti, è la misura della sensibilità di un popolo. Altro che capitale della cultura…”.

Anche per le famiglie non è una bella situazione. L’addio ai propri cari si dilata e, in questo modo, non giunge mai a maturazione.

“E infatti c’è un terzo aspetto di natura psicologica: è risaputo che l’elaborazione del lutto comincia con la tumulazione del proprio caro, è una cosa dimostrata. Qui ci sono salme che aspettano la sepoltura da gennaio o febbraio. Sono trascorsi sei mesi”.

A febbraio, dopo la bufera giudiziaria per la compravendita illegale di alcuni loculi, il sindaco Orlando aveva deciso di assegnare la gestione cimiteriale a un commissario. 

“In verità, questi non hanno idea di cosa fare. Orlando è un gran paroliere, ma alle parole non seguono i fatti. Ero consigliere comunale nel 2007 quando fu presentato il primo progetto per il cimitero di Ciaculli. Lui è sindaco dal 2012: cos’altro aspetta a risolvere il problema? Bocci il project financing dei privati per Ciaculli? Bene, fai altro… Non procedi all’ampliamento del cimitero di Santa Maria di Gesù? Ok, trova una soluzione… Ma non può ridursi tutto a un tendone. E’ possibile che l’alternativa al nulla sia sempre il nulla?”.

Il Consiglio produrrà qualche atto d’indirizzo?

“Ne abbiamo già prodotti a centinaia, ma non c’è alcuna reazione di fronte all’immobilismo. E purtroppo gli interlocutori sono sempre gli stessi. Su questi temi la retorica è insopportabile e perdi la voglia di dialogare. Glielo ripeto: io sono forte di stomaco. E nella vita, senza per questo perdere la sensibilità, ho imparato ad irrobustire le spalle. Ma al cimitero, l’altro giorno, mi sono davvero sentito male”.

Anche il forno crematorio è rotto. Sicuramente non aiuta.

“Questa è un’altra cosa che mi manda fuori di testa. Dato che anche la cultura della cremazione si sta diffondendo, è mai possibile che a Palermo ne esista uno vecchio di 30 anni che si rompe in continuazione e venga riparato di continuo con le somme urgenze? Al Comune non sarebbe costato meno comprarne uno nuovo? I parenti dei defunti sono costretti a viaggi costosi a Messina. Due settimane fa, poiché a Messina la lista d’attesa era piena, una famiglia si è dovuta recare a Cosenza, stare otto ore appresso a un carro funebre, aspettare altro tempo per la cremazione, e poi tornare indietro. Un’esperienza straziante per poter seppellire un proprio caro. Se proprio non vuoi realizzare un forno in project financing – cioè la soluzione che adotterei io – fallo in house”.

Costa.

“Ma puoi anche adottare una politica per cui incentivi la pratica della cremazione in cambio della riduzione degli oneri di tumulazione mortuaria. E poi, un forno che potrebbe servire tutta la Sicilia occidentale, non soltanto l’area metropolitana di Palermo. Verrebbe utilizzato da tutti i comuni, sarebbe un’operazione economica intelligente. Su questo batto da anni e continuerò a farlo”.

Orlando è il sindaco della legalità… (qui Ferrandelli ci interrompe)

“Secondo lei questa vicenda fa proliferare oppure no le sacche di illegalità? L’illegalità si combatte creando condizioni di ordinarietà e di trasparenza”.

… Ma stavo per dirle che è anche un sindaco di provata sensibilità. Guardi cosa accade coi migranti e con gli “ultimi”.

“Ad essere solidali coi comunicati stampa siamo bravi tutti. Ma per esserlo davvero bisogna avere capacità amministrative, organizzative, e la voglia di occuparti dei problemi. Anch’io sono bravo a dire che “nessuno al mondo è straniero” e che “bisogna rispettare la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”. La solidarietà costa zero. Ma un buon amministratore ha il dovere di rendere Palermo un luogo dignitoso e accogliente per i propri cittadini e per coloro che vorrebbero abitarci. E invece accogliente e dignitoso non lo è per niente: né dal punto di vista dei servizi, né dei rifiuti e adesso neanche delle sepolture. Il diritto a una degna sepoltura vale per tutti, e soprattutto per i poveri. Dov’è la sensibilità di Orlando di fronte a uno dei gesti più alti che qualifica la pietas?”.

Cambiamo un attimo registro. Non appena è terminato il lockdown, i rifiuti, soprattutto gli ingombranti, sono tornati per strada. Il sogno di una Palermo pulita è durato lo spazio di una pandemia. Perché?

“Guardi, i rifiuti non se ne sono mai andati. Alcune zone, un po’ per l’incapacità organizzativa del sindaco e in parte per l’inciviltà dei palermitani, sono tuttora degradate. In Consiglio stiamo analizzando il contratto di servizio della Rap. Ma il quadro che viene fuori è impietoso: è un’azienda che non approva piani industriali, che non ha un’idea di sviluppo, che non promuove investimenti… Anche su questa vicenda il sindaco galleggia, si muove alla giornata, non pianifica. Si parla solo di costi, ma non si fa nulla per migliorare il servizio. Orlando è la classica balena spiaggiata, senza più ambizioni. Ma la cosa triste è che sta facendo spiaggiare pure i palermitani”.

Qualche settimana fa ha tenuto banco il caso Decathlon. Lo sportello unico per le attività produttive ha negato il permesso di costruire dopo due anni di istruttoria. La solita burocrazia che blocca tutto. Ma in questo caso non rischia di venir meno l’attrattività di un territorio?

“Del caso specifico mi sto occupando in Commissione garanzia e trasparenza. Il fatto che per avere una conformità urbanistica debbano passare due anni è improponibile. C’è qualcosa che non funziona nei processi  organizzativi. Ma anche su questa cosa il sindaco ha fatto il gradasso, affermando che, nonostante Decathlon, Palermo resta al centro degli investimenti. Ma come fai a dire una cosa del genere se poi gli investitori li respingi? Non ce la dà più a bere… Come non ce la dà più a bere sulla trasparenza, sulla legalità, sull’antimafia… E’ una delle amministrazioni in cui il germe della corruzione è vivo: i capigruppo consiliari  di due forze politiche che hanno sostenuto la sua elezione (Terrani e Lo Cascio, ndr), sono stati coinvolti nello scandalo dell’edilizia; e due dirigenti simbolo della sua amministrazione, di cui uno era stato scelto a capo della commissione dei tram (Mario Li Castri), sono ancora ai domiciliari. La retorica del sindaco sta cadendo a pezzi, abbiamo scoperto cosa c’è dietro la facciata. Il re è nudo”.

Paolo Mandarà :Giovane siciliano di ampie speranze

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie